giovedì 24 dicembre 2015

Museo diffuso Antonio Asturi, la Giunta comunale approva il progetto preliminare

Maestro del segno e del colore, ha trattato con pari intensità sia il paesaggio che la figura. Il Sindaco: “Questo per me è un sogno che si realizza” 

Vico Equense - Le opere del pittore Antonio Asturi troveranno casa al palazzo comunale, in piazza Mercato. La Giunta comunale, infatti, ha approvato questa mattina il progetto preliminare del Museo diffuso Antonio Asturi. Redatto dall’Architetto Valentina Autiero, in collaborazione con il Professor Nicola Barbatelli, direttore del Museo delle Antiche Genti di Lucania di Vaglio di Basilicata, esperto in materia e critico d’arte, l’esposizione permanente sarà allestita con i quadri donati dai familiari dell'artista, scomparso il 3 gennaio del 1986. "Questo per me è un sogno che si realizza, - il commento del Sindaco Benedetto Migliaccio - il mio regalo di Natale come Sindaco. Avere nella nostra città il museo personale del maestro rappresenta un grande onore per la comunità. Esiste già una strada a lui dedicata ma l'allestimento della mostra permanente è un'ulteriore forma di rispetto e stima nei suoi confronti". Asturi è un disegnatore preciso, dalle maternità profuse, dai paesaggi della penisola, dalle famose carrozzelle dipinte a più riprese. La sua pittura è precisa nei concetti che vuole esprimere dove egli stesso si fa soggetto riportando alla luce stati d’animo. Porta fuori delle verità senza attenersi ad alcuna scuola né tantomeno quella napoletana come vorremmo che fosse. E’ una pittura ricca ed espressiva che se proprio dovessimo ascriverla a qualche scuola potremmo dire seicentesca e forse prima ancora a quella cinquecentesca con riferimenti a Caravaggio, o forse Rubens, Rembrandt. “Dalla tela – sottolinea la scrittrice Filomena Baratto - fuoriesce la poetica espressione del suo mondo priva di intellettualismi e, sebbene autodidatta, diventa proprio così importante per essere istintiva, per riuscire in pochi tratti a dare forza alle figure. Nella sua pittura non ci sono evoluzioni, l’unica potenza è quella della bravura del suo pennello con cui diventa fatti e situazioni. Se prendiamo ad esempio alcune delle sue tele come “Interno di una chiesa” o “Convento di San Francesco” vediamo come col pennello egli suggerisce, accenna, non definisce e qui è la modernità della sua mano.”
 
Pittore autodidatta, Asturi si è dedicato all’arte fin dalla prima infanzia. Impegnato in numerosissime mostre, soprattutto a Roma, Milano, Trento, Napoli, aveva un carattere schivo e riservato; è stato, infatti, lontano da ogni schema. Le serie difficoltà della famiglia non gli hanno mai consentito di frequentare scuole superiori, ma ha coltivato la sua passione per la pittura con ogni mezzo, utilizzando qualsiasi materiale per rappresentare quello che colpiva la sua vista. É stato il conte Girolamo Giusso, passeggiando per le stradine di Vico Equense, a notarlo mentre ritraeva con molta bravura gli scorci di paesaggio e a fornirgli la sua prima scatola di colori, aiutandolo nelle sue necessità. Maestro del segno e del colore, ha trattato con pari intensità sia il paesaggio che la figura.

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