mercoledì 6 gennaio 2016

Pacchianelle, i raggi di sole e della Misericordia divina illuminano la 107esima edizione


di Claudia Esposito

Vico Equense - Poco prima delle 15, un timido raggio di sole squarcia il cielo plumbeo a salutare la partenza dal Convento di San Vito della 107esima edizione de "Le Pacchianelle", il presepe storico itinerante che da oltre un secolo caratterizza il giorno dell'Epifania vicana. Ma i raggi di sole che fanno qua e là capolino dalle nuvole non sono gli unici. Ad aprire il cammino agli oltre 300 figuranti sono i raggi della Misericordia divina, tema anche del Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco e richiamato dal logo in apertura di corteo recato da un paggio. "Una luce - spiega Luigi Savarese, direttore artistico della manifestazione - che richiama la Misericordia divina come tramandata dalle visioni di suor Faustina Kowalska, oggi santa. Una luce che, nei giorni di Natale, si fa Bambino e viene ad abitare in mezzo a noi". Il passaggio di pacchiane e pacchianelle è stato salutato dalla città gremita che ha accolto con entusiasmo ma anche con raccoglimento il corteo, dove per la prima volta erano inseriti anche cavalli frisoni.
 
Ai bordi delle strade non solo vicani e cittadini della penisola. Nella folla spuntano anche accenti del Nord, come gruppi giunti da Cremona, Venezia e dal lago di Garda. "Non è la prima volta che vediamo le pacchianelle - commentano i turisti - torniamo spesso qui sia in estate che in inverno ed è sempre un piacere rivedere questi figuranti di tutte le età che recano in dono a Gesù Bambino i prodotti della costiera". Già, perchè la manifestazione, patrocinata dal Comune, dall'Azienda di soggiorno, dalla Fondazione Banco di Napoli e sostenuta da diversi imprenditori locali, è anche un grande richiamo turistico per la città. Un appuntamento fisso nell'agenda dell'Epifania, che grazie anche alla propaganda di media locali e nazionali, si fa conoscere sempre di più al di fuori dei confini del territorio. I più curiosi di oltre provincia hanno anche contattato l'ente di turismo locale per conoscere meglio questo presepe itinerante che ricalca la tradizione del Presepe del '700 napoletano ma che diventa poi, strada facendo, molto di più. Una sfilata dove religione, misticismo e spiritualità incrociano sociologia e antropologia, si fondono con storia e tradizioni del territorio, facendo conoscere le peculiarità della zona anche a quanti sono di passaggio per un giorno o restano per una vacanza. Un rito che si ripete intatto fin dal 1909, quando fra' Pasquale Somma dell'ordine dei Minimi vestì otto bambine da contadinelle per omaggiare coi prodotti della terra il neonato Salvatore. Oltre 100 anni in cui è mutato tutto e niente. "Sono cambiati miriadi di governi, si sono susseguiti 10 papi, ci sono state due guerre mondiali, ma le Pacchianelle sono rimaste sempre le stesse, immutabili nella loro identità di fede e cultura. Un rito che ha segnato le generazioni di vicani che hanno indossato questi abiti di padre in figlio, in un ideale passaggio di testimone" aggiunge Pino Visconti, segretario dell'associazione "Amici delle Pacchianelle" che organizza la manifestazione in collaborazione con il Convento di San Vito. Dopo aver calcato le strade cittadine, il rito dell'adorazione dei Magi in piazza Kennedy con la benedizione del pubblico da parte di padre Gianfranco Scarpitta prima di spostarsi nella chiesa parrocchiale di San Ciro dove il tronetto del Bambinello, condotto da pescatori a piedi scalzi, è stato accolto dal parroco, don Ciro Esposito, per un momento di preghiera congiunto. Quindi la risalita in collina e il rientro al convento dove la 107esima si è ufficialmente conclusa sulle note dell'inno composto per l'occasione dal superiore del convento su musica di Gennaro La Mura. "Sono molto soddisfatto - spiega padre Gianfranco - perchè ho avuto occasione di vedere un popolo attento e partecipe al nostro passaggio. Questo è fonte di conforto perchè vuol dire che la gente ha capito che, dietro questo corteo, oltre all'elemento folkloristico, c'è anche una forte profondità religiosa e spirituale".

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