di Filomena Baratto
Vico Equense - A volte immagino la terra dall’alto quando tutti gli alberi della nostra fascia terrestre colorano i loro rami di rosa o di bianco. Dev’essere uno spettacolo unico vedere dall’alto la Primavera come non possiamo vederla da terra. S’intende una distanza ravvicinata, non troppo spaziale che faccia perdere i colori nell’atmosfera. Immagino anche come abbia reagito la nostra Samantha Cristoforetti, quando, volando nello spazio, ha dovuto rinunciare al miracolo primaverile. Guicciardini diceva, nel primo libro de “Il dialogo del Reggimento di Firenze”, che una rondine non fa primavera, ed io aggiungo che non bastano i colori dei fiori e l’aria profumata, per uno spettacolo tale ci vogliono testimoni. La primavera può anche passare inosservata agli occhi di un distratto che non percepisce i passaggi delle stagioni, ma il suo arrivo lascia sempre strascichi e non solo sui rami e nell’aria.
Bisogna fare un elogio a chi sa apprezzare le piccole cose e che, invece di camminare con la testa nell’Ipod, tiene lo sguardo alto e beve sorsi della nuova stagione. Che sia l’aria del mare più frizzantina o le corolle dei fiori che scuotono il capo ed emanano aromi inconfondibili, o la metamorfosi dei boccioli che di lì a poco si caricano di foglioline fino a riempirne i rami, la primavera arriva sempre senza preavviso.
Quest’anno si è anticipata di un giorno, il 20 marzo invece del 21 per essere il 2016 anno bisestile con il suo equinozio di giorno che equivale esattamente alla durata della notte. Arriva come un vento nel mese di marzo, fin dall’antichità mese dedicato a Marte, dio della guerra, il dio che impone l’azione. Si risveglia la terra così come gli animi si riprendono dal torpore invernale.
Dobbiamo andare incontro alla primavera lungo i viottoli di campagna a scorgere i cespugli carichi di foglie nuove, a passeggiare nel mantello floreale disteso nel prato o nei sentieri tra una folta schiera di ospiti che si aggira tra i cespugli. Dobbiamo fare omaggio alla vista e all’olfatto dei narcisi sparsi ovunque, soprattutto ai bordi delle stradine, tutti con le teste appoggiate in un verso, direzione data dal vento e dal sole. E poi come non notare le campanule appese ai muretti col capo chino, l’erba a ciocche sulle pareti laterali delle strade, con la parietaria cresciuta rapidamente, le lucertole che raccolgono raggi con rapidi passaggi per poi rintanarsi, ancora incerte se lasciarsi andare. Sono le margherite a risvegliare i prati coi loro colori, quelle gialle, quelle bianche, le violette e i ricami delle foglie sulle siepi. Ci sono fiori a frotte che gongolano al vento, ondeggiano sotto le folate, si aprono di mattina con i raggi del sole per nascondersi a sera abbracciati nelle loro corolle. Il tripudio colorato ci avverte: incombe la primavera con la sua ventata di forza ovunque. I mandorli per primi marcano il suolo, invadono l’aria con i rami a festa, come tante impunture come se la sarta avesse misurato la stoffa e dosato la distanza tra un fiore e l’altro. Ci sono fiori che spuntano ovunque e attirano insetti, farfalle, mentre gli uccelli preparano i nidi lasciando cadere fili di paglia e di sterpi, di erba dai becchi nei loro passaggi aerei. A fine lavoro regalano canti e canti per chi ancora non avesse capito che la guerra più bella è questo inizio di primavera dove la natura si dà da fare per riprendere la sua forma smagliante e risvegliare anche noi con una festa in continua corsa d’opera. Ci sono primavere e primavere, quelle interiori sono più lente di quelle scandite fuori. Quando fuori il tempo ci apre a questa scoperta fatta di tanti piccoli miracoli, non possiamo fare altro che accendere la nostra carica con la voglia di metterci in gioco. E allora si inizia a progettare, facciamo il carico di entusiasmo, partono le speranze, riusciamo ad essere allegri e a sorridere. La primavera vuole compagnia, è contagiosa, quando arriva, vuol essere emulata. E’ una forza che dobbiamo fare nostra e imparare a far miracoli come lei, non solo in questo mese, ma per tutto l’anno. La primavera è un’insegnante senza uguali, mette nell’animo una “frenesia” che ci spinge ad andare avanti come protagonisti della nostra vita.
Nessun commento:
Posta un commento