Fonte: Antonino Siniscalchi da Il Mattino
Sorrento - Cala il sipario sul palcoscenico della vita di Raffaella Pandolfi. Già ballerina alla trasmissione «Piacere Raiuno» con Toto Cutugno negli anni Novanta del secolo scorso, coreografa affermata e maestra di danza poi, Raffaella Pandolfi, così come ha vissuto, si è avviata all'ultimo «passo di danza» della vita in punta di piedi, con la leggerezza di una grande étoile. Un sorriso radioso e un'elegante grazia hanno sempre caratterizzato il suo itinerario artistico. Un sorriso lieve, proprio come un passo di danza. Quel sorriso che neanche la malattia è riuscita ad attenuare, fino all'ultimo respiro ad appena cinquant'anni. Raffaella Pandolfi si è spenta ieri mattina dopo aver combattuto per anni contro un «nemico» inesorabile. Lentamente, al culmine di un destino che ha minato il fisico minuto della danzatrice in cui era racchiuso il carattere determinato, minuzioso nella precisione della sua attività finalizzata a trasmettere l'armonia di passi e sequenze. Sui social scorrono immagini e ricordi della sua intensa attività, dal passo d'addio alla scuola di danza classica, datato 1984, alla direzione artistica di Festival e saggi in costiera sorrentina, e non solo. Un curriculum prestigioso, il suo. Ballerina classica, Raffaella Pandolfi ha arricchito la sua esperienza specializzandosi e dedicandosi alla danza moderna e contemporanea. Il suo percorso di insegnante e coreografa inizia, dopo il passo d'addio, presso l'Athletic Center di Sorrento, dove rimane fino al 1990. Dal 1990 al 1993 è insegnante e coreografa presso il Centro danza Études, diretto da Sergio Amato e Maria Rosaria Iodice; dal 1993 al 1995 si trasferisce al Centro dimensione danza di Castellammare, diretto da Manon Marinelli. Poi, tantissime prestigiose esperienze come coreografa. Dalla «Notte del mito» alla discoteca Il Ciclope a Marina di Camerota fino allo spettacolo «Te voglio bene assaje» con Zucchero Fornaciari, in piazza Plebiscito, a Napoli, in eurovisione Rai del 1997.
Altrettanto significative le coreografie ideate per la trasmissione «Sereno variabile» del 2000, seguite da tantissime altre esperienze come il progetto «Io allo specchio, una donna racconta», con Gino Rivieccio (2005), Peppino Di Capri e Sal Da Vinci (Maggio 2006), lo spettacolo «Quanne ce vo' ce vo'», ancora con Gino Riviecco. Una sequenza di impegni artistici che l'ha vista protagonista anche come coreografa ufficiale della cooperativa teatrale «Scena 18» di Piero Pepe, in cui recitava Carlo Giuffrè, con spettacoli itineranti in tutta Italia. Attualmente dirigeva come insegnante, coreografa e regista l'associazione Dance studio, svolgendo un'intensa attività di promozione e diffusione dell'arte coreutica, sensibilizzando e stimolando l'interesse dei giovani. Raffaella Pandolfi ha lasciato un grande esempio di dignità anche nella malattia attraverso un video in cui racconta la «Bellezza di una donna» allo specchio, capace di affrontare il dolore, la metamorfosi di una morbo. Una donna che, senza tralasciare i valori che caratterizzano il carattere, le emozioni, la personalità, riesce ad essere ancora pienamente se stessa. Ieri pomeriggio, un pellegrinaggio commosso e silenzioso di amici ed allievi si è stretto intorno al compagno Guido e ai familiari nella camera ardente allestita nella Congrega della Santissima Annunziata, a Piano di Sorrento, dove, stamattina alle ore 9.30, verrà celebrato il rito funebre nella Basilica di San Michele Arcangelo.
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