Timori per i rifiuti speciali di difficile rimozione
Napoli - La pioggia non porterà solo nuove riserve idriche alla città. Il maltempo, dopo gli incendi di questa estate, rischia di travolgere la cenere e quel che resta delle aree interessate dagli incendi a valle. Una preoccupazione che il vicesindaco Raffaele Del Giudice gestisce consapevole che la rimozione della cenere non è di gestione «fluida». Si tratta infatti di rifiuti speciali e, al momento, non c'è un piano specifico per lo smaltimento. Fra i rifiuti speciali rientrano anche i residui della pulizia delle caditoie, che per questo restano spesso ostruite. Del post incendi si parlerà a Napoli la prossima settimana. Duecento esperti di ecologia saranno in città dal 12 al 15 settembre per il ventisettesimo Congresso della «Società italiana di Ecologia. Ambiente marino, terreste, fluviale, lacustre». Un appuntamento organizzato dalla Società Italiana di Ecologia, insieme con gli atenei della Campania. All'ordine del giorno il caso Vesuvio, colpito questa estate da un vastissimo incendio.
«La qualità del suolo cambia - spiega Anna De Marco, professoressa di Ecologia dell'Università Federico II di Napoli, esperta delle conseguenze del fuoco sul suolo - non solo nell'immediato, ma anche a lungo termine. Occorrono fino a 20 anni dopo l'incendio per il ripristino. C'è una emissione di gas serra molto durevoli. La natura — raccomanda — deve fare il suo corso, ma incrementare e cercare di ristabilire una copertura vegetale idonea può aiutare a limitare danni e nell'incrementare l'assorbimento emissioni, per trattenere carbonio». AI congresso prenderanno parte ecologisti provenienti da tutta Italia, ricercatori del Cnr, esperti della Federico II, dell'Università del Sannio e dell'Università della Campania «Luigi Vanvitelli», gli Enti parco della Campania. «Gli ambienti verdi possono esser utilizzati come strumenti di monitoraggio - prosegue De Marco - perché seguono esattamente lo stato di salute dell'aria. Offriremo informazioni sugli strumenti che possono essere usati come monitoraggio della qualità del suolo oltre che dell'aria, non solo per la città di Napoli, ma anche per tutta l'area di Caserta». (Fonte: A. P. M. da Il Corriere del Mezzogiorno)

Nessun commento:
Posta un commento