di Claudia Esposito
Sorrento - Commistioni, influenze, prestiti e mutui scambi tra cinema e tv: il genere drama cambia pelle per privilegiare il piccolo al posto del grande schermo. Le nuove frontiere e declinazioni del genere sono state affrontate nel corso di un dibattito tenutosi ieri sera al chiostro di San Francesco nell'ambito degli "Incontri internazionali del cinema" in corso di svolgimento a Sorrento. A moderare il dibattito, Riccardo Tozzi, fondatore e amministratore della casa di produzione Cattleya. Tra i partecipanti, il produttore Mario Gianani, il presidente della Warner Bros Italia, Barbara Salabè, gli sceneggiatori Stefano Sardo e Barbara Petronio. "Il consumo dei film in sala è diminuito a causa di altri media ha esordito Tozzi - e la pressione della stessa tv sul cinema è molto forte. La serialità televisiva pone nuove sfide sia sul piano tecnologico che su quello culturale e creativo, ma a sua volta è danneggiata dai finanziamenti pubblici al cinema. Cinema che poi fornisce spunti alle serie tv come nel caso di serie quali "Romanzo criminale" o "Suburra"". Serialità di altissima qualità che non hanno nulla da invidiare al cinema: "Nessuno - continua il produttore Gianani - avrebbe scommesso su un tale innalzamento di qualità delle serie italiane ed è la stessa tv che ha alzato il livello di ambizione".
La nascita di una nuova concezione di serialità "cinematografica" va però collocata anni fa negli Stati Uniti. "Circa 15 anni fa - spiega Barbara Salabè, presidente Warner Bros Italia - nacquero serie "Grey's anatomy" e "Lost" che facevano proprio il concetto di serialità cinematografica del periodo, quando erano in voga i sequel di Batman, Superman, la serie di Harry Potter. Tutti titoli che hanno il merito di aver riportato i giovani al cinema. Il pubblico più avanti negli anni ha invece lasciato le sale per vedere i film sul satellite e lo stesso cinema non ha al momento storie che possono competere con le serie attuali". Una serialità che, come aggiunge Tozzi "sta diventando internazionale grazie ai giovani che sono globali e interconnessi".
Dal successo del genere drama in tv al successo della Campania come terra di fermenti cinematografici e location ambita per i set. A dare il senso del boom, i numeri presentati da Rosanna Romano, direttore generale per le Politiche culturali e il Turismo della Regione Campania: "Solo nel 2017 - chiarisce - abbiamo investito 11 milioni di euro e i risultati si sono visti ai David di Donatello e al Festival di Venezia. Abbiamo approvato 62 progetti in cui erano coinvolti per l'80% cittadini campani, abbiamo potenziato la film commission e ora stiamo per varare il piano cinema 2018 che vedrà, tra l'altro, il sostegno per i film low budget e maggiore attenzione alle attività di promozione". "Ho accettato con entusiasmo la sfida di dirigere la Film commission - ha concluso il presidente Titta Fiore - ma la sfida maggiore è mantenere nel tempo il momento d'oro attuale. Siamo passati da 26 a 128 produzioni realizzate sul territorio. Stiamo formando giovani e nuove professionalità, vogliano creare una mediateca regionale, ci sono tutti i presupposti per fare un buon lavoro. Inoltre possiamo contare su location naturali bellissime che fanno sì che tutti vogliono girare in Campania, anche le produzioni internazionali".
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