sabato 21 aprile 2018

Tutte le minacce ai sindaci La provincia è un inferno

Comuni nel terrore. Sono 86 gli amministratori campani oggetto di attentati nel solo 2017 Il dato inquietante dell'area metropolitana: 34 episodi in dodici mesi

Fonte: Marina Cappitti da Metropolis

Fare il sindaco o il consigliere a Napoli e in Campania è un inferno. Sono 86 i casi di amministratori locali minacciati o intimiditi nel 2017, 34 solo nella provincia di Napoli. Un nuovo terribile primato: la nostra regione, per la prima volta, è quella dove si registra il numero più alto di episodi in un'Italia dove ogni 16 ore un amministratore pubblico viene minacciato. E in un caso su quattro la mafia non c'entra nulla: ad aggredire sono i cittadini. Auto in fiamme, botte, aggressioni verbali, proiettili, lettere minatorie e minacce via social. Dietro i numeri, le storie terribili e le persone. Dall'uomo che piomba con la tanica di benzina nella stanza del sindaco di Poggiomarino, Leo Annunziata all'aggressione del primo cittadino di Boscoreale, passando per le minacce alla figlia, del candidato di Somma Vesuviana, Peppe Bianco, per farlo ritirare dalle elezioni. E ancora: i proiettili sulle scale del Comune di Afragola, i colpi sparati vicino l'abitazione del sindaco di Ercolano, fino alle minacce su Fb per non aver chiuso le scuole a Castellammare e Salerno. 


L'inferno Campania
Il filo del terrore e della violenza parte da Napoli e percorre 18 Comuni della provincia, da Pompei a Vico Equense. Al record partenopeo si aggiunge quello di Avellino che in un anno triplica i casi di intimidazione, arrivando a raggiungere quota 22. Calo solo a Salerno dove si passa da 21 a 15 casi, 12 a Caserta e 3 a Benevento. Non solo la Campania è quella maggiormente sotto tiro, ma il pericolo cresce con un aumento del 34% rispetto all'anno scorso. Un fenomeno nazionale che nella nostra terra diventa emergenza. A cui si aggiunge il dato allarmante che vede la provincia di Napoli al secondo posto, dopo Reggio Calabria, per numero di enti locali sciolti per infiltrazioni mafiose dal 1991 ad oggi: ben 56.
Una minaccia ogni 16 ore
Guardando al panorama nazionale lo scenario - messo nero su bianco in "Amministratori sotto tiro", il Rapporto di Avviso Pubblico presentato ieri nella sede Fnsi a. Roma, - è da brivido. In sei anni - dal 2011 al 2017 - le minacce e le intimidazioni sono aumentate del 153%. In tutto 537 amministratori finiti nel mirino quest'anno: oltre la, metà (il 69%) sono del Sud.
Sindaci i più bersagliati 
E sono quasi tutti sindaci (rappresentano il 61% dei casi). Presi di mira, anche i consiglieri comunali (20%), seguono gli assessori (10%), i vicesindaci, ed infine presidenti del consiglio comunale e consiglieri municipali (3%). Numerose le minacce al personale pubblico. Dai vigili urbani, come il capitano della polizia municipale di Napoli colpito con un pugno al volto il 2 gennaio per aver effettuato un controllo, agli impiegati e dirigenti. A Poggiomarino il 31 gennaio dell'anno scorso un dipendente viene aggredito per non aver evaso una pratica, a marzo la dirigente comunale del servizio Assegnazione Casa di Napoli denuncia di aver subito minacce sulle decisioni per le case popolari a Scampia. Nello stesso mese, il segretario generale di Angri viene aggredito, forse per aver allontanato un dipendente coinvolto in una vicenda giudiziaria. Il 22 agosto, dopo essere stati sfrattati, due pregiudicati attaccano verbalmente il sindaco di Gragnano, Paolo Cimmino. Solo alcuni episodi. Non vengono risparmiati neanche gli ex amministratori, spesso bersagliati anche quando il loro mandato è finito e le donne (13% dei casi).
Cittadini aggressori tra disperazione e violenza politica 
Non solo criminalità organizzata: ad aggredire in 147 casi sono cittadini, arrabbiati per una decisione sgradita, esasperati per un disagio sociale, come la richiesta di un sussidio o di un posto di lavoro (23% dei casi) o spinti da pura violenza politica (11%).
Minacce su Fb in aumento
Dal front office del cimitero di Napoli in fiamme ai cinque camion e all'auto bruciata dell 'impresa di famiglia del consigliere comunale di Ottaviano, Giuseppe Ruotolo: sono gli incendi il metodo più usato per intimorire. Poi i biglietti minatori, come la lettera con due proiettili inviata a casa del consigliere di San Giorgio a Cremano, Danilo Cascone o al consigliere regionale, Francesco Emilio Borrelli che coinvolgeva anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. La violenza nel 10% dei casi diventa, fisica come la ferita alla mano e la contusione al polso al sindaco di Boscoreale, Giuseppe Balzano, aggredito al Comune da marito e moglie. Altre volte l'aggressione corre via social: in aumento le minacce su Fb, passate dal 3% al 9%. I leoni da tastiera passano dall'augurio di morte e violenza sessuale, fino alle minacce ai sindaci Antonio Pannullo e Vincenzo Napoli per aver lasciato le scuole aperte con la neve.

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