martedì 24 aprile 2018

Alberto Angela a Sorrento assediato dai giovani: "Qui mi sento a casa"

di Claudia Esposito

Sorrento - Una platea gremitissima di giovani ha salutato Alberto Angela, ospite qualche ora a Sorrento durante una pausa delle riprese di "Stanotte a Pompei", nuovo documentario che sarà trasmesso su Rai Uno dopo l'estate. Il popolare conduttore è stato infatti al centro di un incontro aperto con la città nell'ambito di un evento organizzato dalla Libreria Tasso in collaborazione on il Comune di Sorrento. Un ritorno in città a un anno di distanza dal conferimento del premio "Biagio Agnes" per la tv lo scorso giugno, ottenuto proprio per il grande successo di ascolti dei documentari "Stanotte a...". "Sono felice di tornare qui dopo qualche mese - ha esordito Angela - perché qui mi sento a casa. Questa zona, nota già nell'antichità come Campania Felix, oggi come allora è piena di calore, voglia di vivere. È una miniciviltà, un luogo fortunato del pianeta per clima, frutti, panorami, la gente, la capacità di saper valorizzare gli attimi". Dopo il benvenuto del sindaco Giuseppe Cuomo, a dialogare con il documentarista ci ha pensato Francesco Pinto, direttore del Centro di produzione Rai di Napoli, in una carrellata tra passato, presente e futuro, antichità e nuovi media, disfattismo italico e valorizzazione delle bellezze affidata anche al servizio pubblico. "La serie di documentari "Meraviglie" - racconta - è nata da un'idea del direttore di Rai Uno Andrea Fabiano che voleva più puntate.
 
La prima rete è un palcoscenico importante dove bisogna fare le cose con cura. Questi documentari vogliono celebrare la nostra capacità di creare il bello, dando lustro ai siti italici che sono patrimonio Unesco. Ne abbiamo tantissimi, nati in vari epoche perchè la nostra nazione vive uno stato di grazia da oltre 2500 anni. Gli italiani sono autolesionisti e si lamentano. In realtà abbiamo i problemi che hanno tutti, solo che gli altri non ne parlano tanto. Ecco, questo programma serve a celebrare l'orgoglio italico". Da "Meraviglie" a "Stanotte a Pompei", le cui riprese, in corso da un mese tra Pompei, Napoli, Ercolano e Stabia, si ultimeranno domani. Francesco Pinto gli chiede cosa successe la tragica notte del 24 agosto del 79 d.C. e la platea ascolta rapita un racconto forse già conosciuto ma ricco anche di tanti luoghi comuni da sfatare. Non sembra più di stare al teatro Tasso ma davanti alla tv, spettatori di "Ulisse" o "Superquark". "Quel giorno - racconta Angela - si sommarono una serie di cattiverie della natura senza precedenti. Il Vesuvio non esisteva, c'era il monte Somma con un avvallamento a lato, cratere di un vulcano preistorico estinto. I romani non avevamo la minima idea di vivere sotto un vulcano. Sapevano solo di stare in una terra dove c'erano terremoti in continuazione, brutto segno premonitore. La lava, salendo verso la superficie, causava le scosse fino a quando un getto potentissimo non fuoriuscì spaccando la crosta con getti di sassi e pietre pomici fino a 35 km. Il vulcano nacque come conseguenza. Il materiale piroclastico - continua il conduttore - ricadde creando uno strato che aumentava di 15cm all'ora fermandosi a 3 metri di spessore, ricoprendo tutto con un paesaggio spettrale e lunare. Le persone restarono barricate in caso e morirono per crolli o per mancanza di respiro, fatto a cui si sommarono nuove colate. Alcune si fermarono alle soglie di Pompei, altre invasero il centro cittadino finendo pure sott'acqua, come un fluido che invade tutto cristallizzando la vita così com'era e perpetuandola nel tempo. Come si vede dai calchi, le persone sono rimaste sigillate nel tempo, fotografate per sempre nel momento esatto in cui la vita lascia il corpo, un fatto unico al mondo che ci consente di raccontare Pompei anche con emozioni e sentimenti". La divulgazione scientifica e la conoscenza dei tesori del Belpaese è uno dei tanti compiti che deve avere il servizio pubblico, una missione di cui Angela va orgoglioso. "Speravo che "Meraviglie" andasse bene - dice - perché è più complesso avere successo con la serialità. Scegliamo i luoghi in sintonia con quello che gli italiani amano. Spesso sono luoghi già filmati per altri programmi, ma in questo caso li trattiamo con un taglio diverso. Inoltre è molto importante il clima all'interno del gruppo di lavoro. La troupe di tutti i miei programmi è composta da personale interno Rai che lavora in sintonia, ed è anche loro il merito del successo di questi programmi di qualità. Nonostante il servizio pubblico sia spesso criticato - ammette Alberto Angela - noi cerchiamo di fare la nostra parte offrendo una divulgazione onesta e asettica, fornendo al pubblico gli elementi per comprendere e poi trarre le conseguenze. Facciamo le scelte in base al nostro cuore e non in base agli ascolti e la gente ci premia per questo. Recuperando il piacere del racconto, forse si possono anche far staccare un attimo i giovani dal web. Quella rete che è un'arma a doppio taglio, da un lato strumento di libertà, dall'altro savana in cui va valutata la fonte di una notizia per non cadere preda delle fake news". Giovani e web: accoppiata scontata, fin troppo. Meno scontato è avere un teatro pieno di giovani con in mano i libri del conduttore e documentarista, che tentano l'assalto per un autografo costringendolo ad uscire scortato dalla porta secondaria.

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