venerdì 15 gennaio 2021

Castellammare. MeridBulloni, la proprietà irremovibile sulla chiusura

Castellammare di Stabia - Incontro interlocutorio e senza alcun risultato per ora, quello che si è tenuto ieri in videoconferenza al Mise sulla vertenza dello stabilimento Meridbulloni di Castellammare di Stabia. All'incontro, presieduto dalla sottosegretaria Alessandra Todde, hanno partecipato il ministero del Lavoro, l'assessore regionale alle attività produttive Antonio Marchiello, il sindaco di Castellammare di Stabia, l'azienda e le organizzazioni sindacali. Sul piatto la sorte degli 81 operai di quel sito chiuso per motivi ancora poco chiari e che da febbraio qualora non accettino di trasferirsi in Piemonte resteranno senza il posto di lavoro. «Abbiamo deciso di coinvolgere questa azienda in un tavolo nazionale di mediazione perché per noi è importante salvaguardare un sito in un territorio così impoverito di attività produttive come Castellammare di Stabia», ha detto Alessandra Todde. «Il Governo, in sinergia con la Regione e la città, ha garantito che metterà a fattor comune tutti gli strumenti di supporto necessari di cui dispone. Riaggiorneremo il tavolo nei prossimi giorni in modo da valutare, con il Ministero del Lavoro e con le Istituzioni locali, quale sia il miglior percorso da intraprendere». La crisi si apre il 18 dicembre, quando, ai sindacati convocati per presentare il piano industriale 2021, il gruppo Fontana, che è titolare dagli anni 70 dello stabilimento che produce bulloni, annuncia la volontà di chiudere. La proprietà ha appena portato a termine una fusione per incorporazione con la Ibs, società con sede a Torino.

 

Ai dipendenti stabiesi Fontana lascia una possibilità di conservare il lavoro: trasferirsi a Torino entro il primo febbraio. In alternativa il licenziamento. «Come sindaco – ha detto Gaetano Cimmino, primo cittadino di Castellammare - ho chiesto senso di responsabilità verso le maestranze, vero esempio di impegno ed efficienza e patrimonio inestimabile da non disperdere. È questa la mission che il gruppo dovrebbe mettere in campo, anche per tranquillizzare coloro che hanno dubbi sul futuro di quell’area. Il sito produttivo va mantenuto e i lavoratori devono essere tutelati: sono questi gli obiettivi di Comune, Regione e ministero. Il nostro consiglio comunale ha già votato un ordine del giorno all’unanimità per dire no ad eventuali speculazioni edilizie. È necessario salvaguardare un sito che, se dismesso, andrebbe ulteriormente ad impoverire il tessuto produttivo del nostro territorio. Non arretreremo di un millimetro in questa battaglia a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie».

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