Vico Equense - Il Banco di Santa Croce, ottava meraviglia del mondo marino per la straordinaria biodiversità, invoca da anni più protezione. I sub inesperti minacciano le pareti della foresta incantata di gorgonie gialle e rosse di spugne a candelabro e di margherite e c’è assoluto bisogno di contingentare le escursioni. Per limitare i danni. Il Comune di Vico Equense, che ha giurisdizione sul Banco, ha approntato un regolamento ad hoc su cui si è espresso favorevolmente anche il TAR. “La presenza sul territorio comunale di pochi diving ha, malauguratamente, dirottato le entrate finanziarie, per non parlare dell’indotto che si genererebbe, ad esclusivo appannaggio di imprenditori residenti nei comuni limitrofi che, di fatto, operano in condizioni di monopolio, tanto da spingerli a considerare questo patrimonio pubblico come una proprietà privata con addirittura l’istallazione di gavitelli scarsamente ecosostenibili”. A dirlo è il laboratorio politico “Ricominciamo da Vico”. Il Banco di Santa Croce è segnalato da una boa a circa 700 metri dalla costa a poca distanza dal Bikini, e da quasi trent’anni è «zona di tutela biologica», ma per basse rivalità politiche non fa parte dell’area protetta di Punta Campanella pur essendo immerso nella riserva marina. “L’applicazione del regolamento – continua “Ricominciamo da Vico” – consentirebbe al Comune di Vico Equense di gestire direttamente questo sito come una piccola area marina protetta, con tutti i vantaggi del caso, e di ottenere l’adeguata tutela ambientale, durante lo svolgimento delle immersioni autorizzate, attraverso l’orientamento/attivazione del sistema di videosorveglianza, già installato presso la Marina di Vico e utilizzato dalla Polizia Municipale per il controllo delle spiagge”.
Nessun commento:
Posta un commento