Lorenzo Marone |
Tra i tanti doverosi commenti, tra le riflessioni e i propositi (sempre i soliti), la frase che più mi ha colpito nella tragica vicenda della morte di Giambattista Cutolo, il giovane musicista ammazzato per niente a piazza Municipio, nel cuore del centro, l'ha pronunciata sua madre, spiegando, tra le altre cose, che «si sono incontrate due Napoli che non si somigliano». Già, due Napoli. Che non si mescolano mai del tutto, aggiungerei, e si guardano con diffidenza e sospetto. Una città divisa in due, letteralmente: una Napoli sì caotica, eccentrica, ma "normale", metropoli come tante altre, fatta di gente onesta, la Napoli di Giambattista, di Francesco Pio Maimone, di Luigi e Paolo, di Paolino Avella. Una Napoli dove molte cose non funzionano, a partire dai trasporti, povera, ma ricca di fascino, che esporta i suoi talenti in ogni campo (come sarebbe avvenuto probabilmente con il povero Giambattista); la Napoli degli studenti e dei lavoratori, di quelli che vivono nelle regole e tirano a campare con dignità e orgoglio, arrangiandosi anche con lavoretti pur di non saltare dall'altra parte, nella Napoli buia, dove non esistono regole, ma solo violenza e sopraffazione, nella quale si cresce senza punti di riferimento, con modelli ed esempi distorti, senza scuola, senza l'ombra delle Istituzioni. Si potrebbe e dovrebbe fare tanto, lo diciamo sempre: presidiamo i quartieri a rischio non solo con le camionette dei carabinieri (quando ci sono), ma creando presidi culturali, dando aiuto a chi aiuta, sostegno alle associazioni, ai parroci di periferia, cedendo ampio potere alle scuole, così da andare a prenderli a casa questi ragazzi.
Tendiamo loro una mano, coinvolgiamoli in progetti, facciamoli sentire partecipi, insegniamogli una "fatica", doniamogli uno sguardo nuovo. Rieduchiamo prima, quando siamo ancora in tempo, non dopo, quando non serve più. Nella Napoli buia lo Stato non c'è, ci sono ragazzi sbandati che non sanno niente della vita, e per questo non le danno alcun valore. La Napoli buia affossa ogni possibile rinascita, e così molti vanno via. Due città che non si somigliano, due città in guerra, con morti innocenti, e nessun vincitore.
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