sabato 9 settembre 2023

Legge urbanistica base Pd contro De Luca "Danneggi il partito"

La norma del ddl verso l'approvazione in Consiglio regionale. Lettera degli iscritti dem alla Schlein “Così si favoriscono i palazzinari” 

di Alessio Gemma La Repubblica Napoli 

È il principio che cambia. Dopo 20 anni si mette mano alla legge urbanistica e si sostituisce la parola " vincolo" con " incentivi". Vuol dire che la Regione dà la possibilità di ristrutturare edifici aumentando anche gli spazi esistenti. Fino al 35 per cento in più di volumi. Ecco la norma firmata dall'assessore Bruno Discepolo e caldeggiata dal governatore De Luca che manda in tilt la base del Pd, il partito del presidente. "C'è il rischio che queste modifiche danneggino gravemente l'immagine del Pd agli occhi dell'opinione pubblica, associando il nostro partito a interessi speculativi", scrive il Gruppo ecologista Europa Napoli (Green) in una lettera alla segretaria Elly Schlein in cui gli ambientalisti fanno presente di essere " iscritti e simpatizzanti dem". È stato approvato il 19 giugno in giunta il tagliando alla legge urbanistica del 2004. Dal 26 luglio è in consiglio regionale, ora è in commissione Urbanistica dove in questi giorni è stato ascoltato il fronte ambientalista. Da Legambiente a Italia Nostra sul piede di guerra. Entro il 22 settembre si potranno depositare gli emendamenti e i deluchiani sperano di approvare la nuova legge entro ottobre.

 

Ci avevano provato già alla fine della scorsa consiliatura: tentativo abortito. Poi l'anno scorso in aula il sì a un disegno di legge sulla "rigenerazione urbana" che un fedelissimo di De Luca come Luca Cascone, presidente della commissione Urbanistica, definì " il piano casa" di berlusconiana memoria "rivisto in modo positivo". Ora l'imprimatur definitivo con queste modifiche. È un filo sottilissimo tra difesa dell'ambiente e colate di cemento, pronto a spezzarsi. Perché allo stato ( dati Openpolis) dei primi dieci comuni italiani per quota di suolo consumato, ben 9 sono in provincia di Napoli. Record a Casavatore: 91 per cento di terreno edificato. Tra le città sopra i 250 mila abitanti, Napoli è seconda - dietro solo a Torino - per suolo coperto in termini percentuali (63%). Dati preoccupanti ai quali la Regione risponde col recupero di immobili ed edifici esistenti: " consentendo - è scritto nella norma - un incremento volumetrico fino a un massimo del 20 per cento per interventi di ristrutturazione edilizia senza demolizione e ricostruzione, e del 35 per cento per interventi di ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione". Via libera anche a cambi di destinazione d'uso: ex fabbriche che diventano residenze col "40 per cento di edilizia residenziale sociale", cioè a prezzi di vendita o di fitto convenzionati. Dura Anna Savarese di Legambiente: «Si affida la rigenerazione ai privati senza intervenire sui problemi di marginalizzazione sociale sempre più evidenti. Si aumenta il carico abitativo in zone già densamente popolate. In più si monetizzano facilmente gli standard, cioè le attrezzature per sport, socialità, verde, dicendo ai privati che possono pagare senza realizzarli. Per non parlare della norma sui parcheggi pertinenziali, quelli legati alla casa: basta avere l'abitazione nello stesso Comune. Assurdo: abito a est e ho il parcheggio a ovest della città?». Netto il gruppo Green: «È una proposta che danneggia il territorio e ostacola lo sviluppo sociale ed economico della Campania, tranne che per i palazzinari». Massimo Maresca e Luigi De Falco, presidente e vice di Italia Nostra, scrivono: " Il provvedimento trascura pure di preservare il prezioso territorio rurale dalle trasformazioni d'ogni sorta. Nelle zone agricole, infatti, gli "ambiti urbanizzati" rigenerabili possono essere costituiti anche da un solo edificio non connesso alla conduzione del fondo. Questo disegno di legge effettua una precisa scelta politica che non dovrebbe trovare luogo in un governo regionale che si proclama di sinistra. Favorirebbe gli interessi economici di una minoranza, soprattutto i grandi proprietari, i promotori immobiliari e gli imprenditori delle costruzioni, ai danni della maggioranza dei cittadini sui quali ricadranno maggiori costi per usufruire di un'abitazione e il drammatico permanere dell'assenza dei servizi".

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