Vico Equense - L’ospedale unico della penisola sorrentina è l’argomento del momento. Se ne parla molto e se ne parla ovunque. Ogni giorno si registrano prese di posizione da parte di chi è a favore o contro la struttura che dovrebbe sorgere al posto dell'immobile del centro di Sant'Agnello che oggi ospita il distretto sanitario 59 dell'Asl. L’ex sindaco di Vico Equense Giuseppe Dilengite (foto), in un'intervista ad Agorà, sposta il dibattito sulla trascurata assistenza sanitaria delle strutture di pronto soccorso, evidenziando l’illegittimo esproprio che l’ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense ha subito durante la pandemia. “Le amministrazioni in carica non sono state in grado né di impedire la soppressione del pronto soccorso, né di ottenerne la riapertura. I proclami trionfalistici per la collocazione di un "primo soccorso" nel locale ospedale cittadino si sono dissolti di fronte al dato di fatto che tale "servizio" non garantisce per gli operatori sanitari che vi lavorano nemmeno la possibilità di mettere un punto di sutura a una ferita. Lo dico per esperienza personale.” L’ex sindaco, nella sua riflessone, ha poi ricordato che l’estensione del territorio vicano non può rimanere senza un pronto soccorso di primo livello. “Penso ai cittadini delle nostre frazioni – aggiunge Dilengite - e del centro che in casi urgenti, dove spesso il soccorso immediato è in grado di salvare vite umane, oggi rischiano di morire per i ritardi e la mancanza di interventi adeguati.” Sull’argomento Dilengite cita la delibera di consiglio comunale numero 53 del 2012, che dava mandato al sindaco di allora, Gennaro Cinque, di richiedere all’Asl e alla regione Campania, che nell’ambito della futura riorganizzazione dell’ospedale De Luca e Rossano, lo stesso sia comunque sede di un pronto soccorso attivo. La delibera è rimasta inattuata. “Il sindaco dell’epoca era Gennaro Cinque – continua Dilengite -, attuale consigliere regionale, i sindaci che a lui sono succeduti sono stati e sono sue “costole.” Bisognerebbe chiedere a loro come mai in così tanto tempo, non hanno voluto farlo. E’ questa la conclusione di Giuseppe Dilengite.
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