Begoña Vargas, Cameron in "Berlino", spin-off di "La casa di carta", star a Vico Equense
di Alessandra Farro - Il Mattino
Vico Equense - Lunghi capelli mori, occhi castani e profondi, e un inconfondibile neo sopra le labbra, la ventiquattrenne madrilena Begoña Vargas, Cameron in «Berlino», lo spin-off firmato Netflix della serie di successo spagnola «La casa di carta», si è raccontata ieri ai ragazzi del quattordicesimo «Social world film festival» di Vico Equense, diretto da Giuseppe Alessio Nuzzo, accompagnata dal fidanzato, il cantante spagnolo Andrés Koi. Cameron è un ribelle in jeans e giubbotto di pelle, parla senza filtri e ha coraggio da vendere: le assomiglia? «No, ma Cameron mi ha insegnato a reagire alle sofferenze. Con lei ho imparato ad essere forte e determinata, senza rinunciare alla dolcezza. Cameron ha vissuto in profonda solitudine, ha sofferto molto, ha il cuore ferito, ma non per questo si abbatte. Anzi, la ragazza fragile che era muore per permettere alla donna di rinascere al suo posto, proprio in virtù di quel dolore, che l'ha forgiata. La sua corazza le consente di combattere contro le ingiustizie, di non sottostare a determinati meccanismi. Ma Cameron ed io restiamo persone diverse, anche nello stile: il suo è molto più rock del mio, ma il suo personaggio rimarrà sempre nel mio cuore. Grazie a lei, che è una vera ribelle, ho acquistato fiducia in me stessa». Più volte nella serie si fanno dei riferimenti al suo passato psicologicamente instabile. «Molti dicono che sia pazza, io non lo credo. Penso che sia una persona che ha sofferto molto e che non ha ricevuto l'aiuto necessario. Ha un passato difficile che ha dovuto affrontare da sola, e da ragazza. È un'incompresa, ha una visione differente della vita rispetto alla maggior parte delle persone, ed è per questo che non viene capita. Io, sinceramente, la capisco.
Non penso che lei sia cattiva, anzi penso che Cameron ci aiuti ad affrontare le nostre difficoltà, col suo modo spigliato di stare al mondo, e ci fa sentire un po' meno soli, ognuno nella nostra follia, nei nostri sbalzi d'umore, nei nostri pensieri o limiti. Io stessa vado in terapia, e non perché sia pazza, ma per imparare a canalizzare le mie emozioni, quando sono troppo forti. Ci sono dei momenti in cui mi sento sballottata, in balia dei sentimenti, che mi manovrano come fossi una marionetta. Vado dallo psicologo per capire come gestire la mia emotività, che non voglio mai rischiare di perdere, perché è ciò che mi rende un'artista». Lo spin-off ha avuto un grande successo, se lo aspettava? «Il pubblico è state spinto a vedere "Berlino" perché era curioso di conoscere la sua storia, che torna indietro di 20 anni, molto prima degli eventi di "La casa di carta" e questo un poco ce lo aspettavamo, anche se chiaramente un nuovo progetto è sempre una scommessa. Mi ha colpito, però, che i fan si siano affezionati tanto anche ai nuovi personaggi, come il mio». Come Cameron ha cambiato la sua carriera? «È capitato che mi abbiano definita la nuova stella spagnola e a questo mi devo ancora abituare. È strano sentirsi chiamare così. Io ho solamente 24 anni, voglio godermi quello che mi sta succedendo, senza preoccuparmi troppo del futuro. Voglio pensare al presente, a questo momento, qui, a Vico Equense, anche perché programmare l'avvenire mi mette ansia. Intanto coltivo le stesse passioni ed abitudini di un tempo, mi dedico molto agli amici e alla famiglia. Voglio mantenere la mia vita normale». Nel 2025 uscirà la seconda stagione, anticipazioni? «Sono in attesa io stessa di conoscere le sorti del mio personaggio. Mi auguro che vivrà ancora molti drammi e scene d'azione, che mi sono divertita molto a girare. Vorrei che vivesse ancora più intensamente, ma attualmente non so neanche dove ambienteranno la seconda stagione: la prima era a Parigi, magari la seconda sarà in Italia, speriamo!». Prima volta in Italia? «Da piccola ho girato tra Venezia e Firenze con la mia famiglia, ma ricordo molto poco. Qui, al Sud, non ero mai stata prima e mi sono innamorata follemente degli scorci, dell'atmosfera, del mare, del modo in cui il sole illumina le piazze e le strade, delle notti fresche, ma soprattutto delle persone. Qui sono tutti gentili ed affabili. Amo la Spagna, ma credo di aver trovato un nuovo angolo di paradiso. Ieri, poi, ho mangiato la pizza più buona di tutta la mia vita!».
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