domenica 26 marzo 2017

Delegati: pressing su Renzi Tanti capibastone, poche liste

Matteo Renzi
Pd verso il congresso. I big stanno con l'ex premier e sgomitano per avere spazio Servono almeno due liste per garantire a tutti la poltrona 

Fonte: Daniele Di Martino da Metropolis 

È tutta una questione di equilibri e di regole. Dove il Pd rischia di perdersi tra i mille rivoli del congresso. Quella che in questi giorni sta andando in scena a Napoli, nella federazione provinciale di via Toledo, è una partita prettamente tecnica che rischia di avere ripercussioni politiche negli equilibri sempre sottili del Pd napoletano. In ballo ci sono i posti nell'assemblea nazionale e i capibastone ormai sgomitano. Troppi big per pochi posti disponibili. Così inizia la bagarre napoletana dell'area renziana. Sì, perché l'ex premier fa il pieno a Napoli e provincia. Soprattutto nel capoluogo i capibastone sono al 90% con il segretario uscente del Partito Democratico: Topo, Casillo, Cozzolino, Armato, Amato, Marciano, Cimmino, Fiola, solo per citarne alcuni. Per non parlare dei sottosegretari Amendola e Migliore. Tanto che si profila un braccio di ferro proprio tra i capibastone e il leader democratico: Renzi vorrebbe una sola lista collegata alla sua candidatura, mentre a Napoli vogliono evitare la guerra dei capibastone presentandone almeno due. Infatti a Napoli e provincia è ancora tutto bloccato, anche perché entro il 2 aprile bisognerà eleggere i primi delegati (prima 300 i quali indicheranno i 40 finali), per poi arrivare al 30 aprile per completare l'assemblea nazionale.
 
Quindi la partita è tutta nell'area renziana, dove tentano di farsi spazio i capibastone. In tutto questo c'è anche De Luca che sceglierà di appoggiare l'ex premier, ma senza invadere il campo napoletano preferendo non mischiarsi con quella che definisce «la politica politicante» dei capibastone. La sua priorità, dal punto di vista prettamente politico, resta Salerno e provincia, dove regna incontrastato nel partito. C'è invece poco spazio per gli altri due candidati alla segreteria del partito. Ad esempio Michele Emiliano può contare soltanto sull'appoggio di Gianluca Daniele, sindacalista di lungo corso e appoggiato anche dalla Cgil napoletana. Ma la verità assoluta è che anche il sindaco de Magistris sembra intenzionato a dare man forte al "collega" Michele Emiliano, senza apparire in prima persona e "prestando" consiglieri comunali e sostenitori al governatore della Puglia. Una strategia anti-Renzi più che altro. Andrea Orlando invece raccoglie davvero poco a Napoli, eppure qualche anno fa, prima di fare il grande salto politico è stato commissario della federazione provinciale di Napoli. Conosce benissimo meccanismi e capibastone, ma molti ormai gli hanno voltato la faccia. Il ministro della Giustizia, che al nord sta raccogliendo molti consensi, potrà contare soltanto sull'appoggio di Marco Di Lello, Peppe Russo, Marco Saracino e Peppe Balzamo. La situazione napoletana si riflette anche nel maxi-collegio (molto simile all'Italicum) che comprende la zona costiera a sud Napoli, fino alle isole. In Campania quindi si rischia di diventare la regione più renziana di sempre. Daniele Di Mártir

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