sabato 4 agosto 2018

«Con Moretti conobbi la vera Napoli»

Stefania Sandrelli
L'attrice si è raccontata sul palco a Vico Equense tra aneddoti e curiosità prima di ricevere il premio alla carriera

Fonte: Roberta D’Agostino da Il Roma 

Vico Equense - Stefania Sandrelli è l'ambasciatrice 2018 del Social World Film Festival dove riceve anche il premio alla carriera. Una donna ed artista vulcanica ed istintiva che ha sedotto le giurie del festival con il racconto della sua lunga ed intensa esperienza. «Per me è sempre un piacere essere intervistata dai giovani perché non sono nostalgici o prevenuti ma sono curiosi, istintivi, forti: sono semplicemente il nostro domani». Cosa consiglia a chi vuole intraprendere la carriera artistica? «Io sono una privilegiata perché ho avuto un scuola di set e non capita sempre. Ho lavorato con tantissimi registi ma oggi se dovessi ripartire da zero ripartire dal teatro». Perché dal teatro e non dal cinema? «Ho avuto la fortuna di fare anche teatro ed ho capito che il teatro è nutrimento come il biberon per il bambino mentre il cinema ha dei meccanismi che ti distraggono». Come donna attrice ha avuto delle difficoltà nella sua carriera? «Devo premettere che io ho un grande amore per gli attori, quindi mi trovo molto bene con loro. La mia libertà è stata fondamentale per la mia carriera per la quale non ho rinunciato a nulla, tranne a prendere la patente ma mi rifarò». Nessuna rinuncia nemmeno come madre? «E stato duro separarsi da mia figlia Amanda che non portavo sul set perché credo che non sia un luogo adatto a dei bambini, possono fraintendere e poi è pericoloso. Separarmi da mia figlia è stata la mia e la sua rinuncia ma abitiamo recuperato poi». Con quale regista si è trovata meglio nel suo percorso artistico? «Ho cominciato con un grandissimo regista ma la bellezza del mio lavoro è che ogni grande regista che ho incontrato non mi ha fatto rimpiangere il precedente. Certo l'imprinting l'ho ricevuto da Germi, che osservavo da brava curiosa quale sono, incantata sul set. Lui era speciale dietro alla macchina da presa faceva tutto: rideva, piangeva e perfino cantava, un grande uomo ed artista».


Cosa pensa del cinema italiano attuale? «Penso che goda di ottima salute infatti ci sono grandi artisti, attori emergenti. Anzi io vorrei girare il mio prossimo film con Muccino con cui ho lavorato da poco, o con Vìrzì o con la Archibugi che sono tutti rappresentanti del cinema di adesso. Piuttosto trovo che manchi la figura del produttore di un tempo che il film lo curava, come fa un buon padre di famiglia, dalla nascita fino ai passi successivi». Che rapporto ha con la città di Napoli? «Ho avuto modo di conoscerla bene quando ho girato "Tè lo leggo negli occhi" un film prodotto da Nanni Moretti, abitiamo girato proprio nei vicoli ed ho avuto modo di fare una immersione nella sua essenza e sono rimasta affascinata. Non conoscevo Vico Equense nel senso che non ci ero mai stata prima e sono felice di essere qui. Del resto tutta la mia famiglia ama profondamente la costiera che credo sia la più bella del mondo». Cosa pensa del cinema sociale? «Ci credo in questo tipo di cinema a patto che non sia gridato ma sempre armonico e soprattutto un prodotto di qualità. Per me il cinema non è mai stato business ma sempre pensalo che debba essere materiale da maneggiare con cura». Ha lavorato con Vanzina recentemente scomparso, che pensa di lui? «Ci mancherà tanto con la sua ironia, affetto ed umanità». Esistono ruoli di serie b nel cinema o nel teatro? «Assolutamente no».

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