sabato 1 settembre 2018

Intervista a Antonello Caporale «Il ministro della paura favorito dalla fame di potere dei trasformisti»

Antonello Caporale
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Vico Equense - «E' vero, anche in Campania la Lega sta crescendo. Ma va detto che alcuni neo sostenitori sposano Salvini soltanto per conservare una fetta di potere locale. E magari lo fanno derubricando a goliardia o fake news quei cori sul Vesuvio e quei propositi di secessione che, nella realtà dei fatti, hanno cementato il sentimento di avversione al Meridione. Un sentimento vivo, da decenni, a Pontida e dintorni». Antonello Caporale ci va giù duro. Usa la clava. Attacca i leghisti, specialmente i campani. Li boccia su tutta la linea, radica la sua opinione sulla storia, fornisce un'analisi impietosa di chi ora si dichiara fan del Carroccio. Un'analisi che riempie le pagine di «Matteo Salvini, il ministro della paura», il suo ultimo libro presentato a Vico Equense. «Non voglio generalizzare. Ma a mio avviso l'ascesa della Lega al centro Sud si basa in buona parte sull'opportunismo politico», rincara la dose il giornalista che ha presentato a Vico Equense, all'hotel Axidie, il suo ultimo libro. Che effetto fa notare che la Campania, una terra spesso offesa e insultata dai sostenitori del Nord della Lega, è ora una capitale del sentimento salviniano? «Purtroppo si è diffusa l'idea di dover mantenere la propria posizione sia a livello politico che imprenditoriale migrando puntualmente nel partito che va per la maggiore. Fu così anche in epoca berlusconiana». Insomma, per lei Salvini è diventato il carro, anzi, il Carroccio su cui salire per non restare tagliati fuori dai giochi. «Giochi che, aggiungo, non riguardano soltanto la politica, l'amministrare. Per restare in pista si fa di tutto anche a patto di voltare le spalle all'esigenza di restare fedeli al proprio rigore morale». E' possibile un'alleanza giallo-verde, tra Lega e Movimento Cinque Stelle, anche in occasione delle elezioni Comunali, in particolare nelle piccole comunità? «No, affatto». Perché? «I grillini sanno che il cambiamento non può essere soltanto una parola impressa in un contratto di governo o in un post sui social network. Deve essere un sentimento da tramutare in fatti positivi, costruttivi. Il Movimento Cinque Stelle credo che non si alleerà con Salvini in occasione delle Amministrative perché sta capendo che il ministro e i suoi seguaci fanno propaganda continua. E' una caccia al voto permanente che non giova al M5S il cui elettorato, in parte, è lontano dalle ideologie del Carroccio».

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