martedì 13 agosto 2024

"Tenace e instancabile così la nostra Moki è arrivata sino all'oro delle Olimpiadi"

La famiglia De Gennaro e il Comune di Sant'Agnello si preparano a festeggiarla Il sindaco Coppola: "Sarà nostra ospite, lei è sempre molto disponibile" 

di Mariella Parmendola - La Repubblica Napoli

Sant'Agnello - «Era il suo sogno quest'oro olimpico, l'ho sempre saputo. E quando un sogno si avvera la felicità non si può raccontare a parole». Ci prova, comunque, mamma Virginia che si prepara ad abbracciare la sua Moki. Nella casa di Monica De Gennaro a Sant'Agnello, paesino alle porte di Sorrento, hanno comprato tre mazzi di fiori. «I nipotini vogliono molto bene alla zia » , dice la madre della campionessa olimpica. Perciò ognuno dei tre bambini, un maschietto e due piccoline assai somiglianti alla zia, ha voluto i suoi di fiori da consegnare all'atleta che torna in penisola sorrentina con una medaglia d'oro al collo. La più bella delle Olimpiadi di Parigi 2024, conquistata con il trionfo della giocatrice di 37 anni e delle sue compagne della pallavolo femminile di Julio Velasco. Tenace, determinata. Disposta a qualsiasi sacrificio. La descrive Giuseppe Nica, il suo primo allenatore che dice: « È sempre stata una leader, esercita un grande carisma sulle compagne. Per di più non le piace perdere, si arrabbia». Nica ha incontrato Monica bambina e l'ha accompagnata nel suo esordio a Vicenza, quello che le ha fatto spiccare il volo a soli 15 anni. «Non è stato facile, ogni volta che finivano le vacanze e doveva lasciare la sua famiglia piangeva. Una volta per calmarla l'hostess l'ha fatta entrare nella cabina dell'aereo», ricorda con tenerezza il suo primo coach. Per Monica, dopo il podio di Parigi, è di nuovo tempo di tornare in penisola sorrentina. Una veloce pausa, come nel 2017 quando ha sposato nella piccola cittadina della costiera il tecnico Daniele Santarelli, suo allenatore a Conegliano. Prima di organizzare ogni preparativo per l'arrivo della campionessa, la sua famiglia ieri mattina ha accettato l'invito al comune di Sant'Agnello del sindaco Antonino Coppola.

 

Una chiacchierata per valutare la possibilità di avere la giocatrice ospite in una manifestazione organizzata in suo onore. « Monica è sempre molto disponibile, giusto un anno fa è stata in piazza con noi. Ha giocato con i bambini e spiegato ai ragazzi quanto sia importante lo sport anche come lezione di vita » , racconta Coppola che, di quella giornata con Moki nel ruolo di madrina, conserva il video. Non ha bisogno di sfogliare l'album di ricordi per sapere come è cominciata il papà Marcello, marittimo in pensione dopo 35 anni in mare. Di poche parole, con generosità attribuisce i maggiori meriti della favola che stanno vivendo alla moglie, sottolineando: « Monica ha detto più volte che la mamma è stata il suo modello, è vero » . E anche la prima ad averci creduto perchè mamma Virginia, con una vita da casalinga spesa interamente per le tre figlie, spiega: «Io sono sempre stata una sportiva, mi piace. Ho cominciato a portare le mie figlie in palestra sin da piccole » . È seduta sul divano nella stanza del primo cittadino, mentre torna con la mente ad una trentina di anni fa e contemporaneamente prevede quello che accadrà. Sa che l'incontro con Moki non durerà a lungo, neanche adesso che il suo sogno è realizzato. « Non sappiamo ancora quanto resterà a casa. Ci siamo sentite al telefono in momenti convulsi, di grande emozione. Non le faccio mai molte domande, deve restare concentrata » dice, svelando un momento di intimità del rapporto con la figlia. Poi aggiunge con il tono preoccupato tipico di ogni mamma: «Speriamo che lei e il marito si trattengano per riposarsi, un po' di vacanza. Ha solo dieci giorni prima di tornare ad allenarsi». Quegli allenamenti che, da quando aveva 7 anni, hanno assorbito energie e richiesto sacrifici. « La prima ad iscriversi in palestra è stata la mia figlia più grande Giusy. Poi le due gemelle hanno voluto imitarla. Così ha iniziato Monica» , è il primo flash che riemerge dai ricordi. E sembra di vederle le sorelle a bordo campo, Monica e Maria identiche allora come oggi, nella descrizione che ne fa Antonio Abate tra i dirigenti della Libertas, la squadra di pallavolo di Piano di Sorrento dove la sua storia sportiva è iniziata. Abate ha visto Monica crescere e andare via, ma non ha dimenticato niente degli esordi della bambina con un talento speciale. E dice: « Monica non voleva mai andare via, sarebbe rimasta ore in palestra. Un giorno ci fermammo ad osservare lei e la sorella gemella fare mosse strane. Imitavano i cartoni giapponesi. Vinceva sempre » . Ad un certo punto il tono del dirigente cambia: « Poi sono iniziati gli anni bui. La nostra struttura è stata messa all'asta e abbiamo iniziato a peregrinare da una palestra di una scuola all'altra. Per Monica non ci sarebbe stato futuro qui. L'abbiamo ceduta quasi gratis» . Così è iniziata la lunga permanenza lontano da casa, l'unica ad esserle vicina era la sorella Giusy: «Mi sono trasferita a Ravenna per l'Università, spesso portavo a Monica i libri in palestra. Lei si allena il doppio delle altre. Volevo essere sicura che studiasse» . Segue ogni sua vittoria anche Maria, la gemella dalla vita parallela, che si lascia andare all'emozione: «Non ho mai pianto ad ogni traguardo di mia sorella, adesso sì».

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