Walter Veltroni sarà oggi a Napoli per una riunione dei socialisti europei. Ma la presenza in Campania del leader democratico può essere l'occasione per affrontare pure le specificità territoriali rimaste irrisolte. Due questioni, in particolare, mi paiono dirimenti. La prima attiene alla costruzione del partito e alla sua linea politica. Finora è mancata del tutto quella struttura territoriale da mesi sbandierata a destra e a manca, ma rimasta nel libro delle buone intenzioni. Il partito è privo di luoghi di confronto, di sedi e di riferimenti stabili e si affida a tentativi di organizzazione fondati su volenterose quanto evanescenti iniziative personali o di consolidati gruppi di potere, che continuano tenere salde le redini della conduzione politica. E se ormai non c'è più alcun dubbio sulla natura «solida» che il partito dovrebbe avere sul territorio, nel limbo delle cose perdute (o mai trovate) appare la linea politica. In questi mesi di costante emergenza, il Pd ha brillato per imbarazzanti silenzi o per banalità e scontatezza delle argomentazioni. Anzi, e peggio, il partito è sembrato completamente appiattito sulle posizioni espresse dagli esponenti dei governi locali, in particolare della Regione. Mi sembra, cioè, si stia ripetendo il tragico errore commesso dal gruppo dirigente dei Ds campani che, negli ultimi anni, ha rinunciato ad esprimere posizioni di autonomia ed indipendenza a favore di un acritico, incondizionato ed incolore sostegno alle amministrazioni di centrosinistra, con esiti, in termini di qualità dell'iniziativa politica e di riscontro elettorale, a tutti purtroppo noti. Il secondo punto attiene alla posizione di Antonio Bassolino. L'avere annunciato le proprie dimissioni senza alcuna data o riferimento temporale lascia nell'incertezza tutto il mondo politico regionale. Ma, in particolare, è il Pd a poter essere danneggiato da questo stravagante atteggiamento. L'incertezza del termine finale della legislatura regionale non consente, infatti, di programmare e di pianificare tempestivamente il percorso di selezione della nuova leadership. Rende indefinito lo svolgimento delle primarie e difficile la vita al futuro candidato, il quale potrebbe non avere il tempo necessario a consolidare nella società la propria presenza, i propri programmi, la squadra. Il rischio, cioè (e Veltroni dovrebbe saperlo bene), è di presentarsi drammaticamente impreparati all'impegno elettorale, pagando a prezzo salatissimo la sconsiderata idea di non disturbare, fino all'ultimo, la quiete del manovratore. (Sergio Locoratolo da il Corriere del Mezzogiorno)Pd, Bassoliniani a raduno per il congresso
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Napolionline - la citta vista da dentro - mercoledì 11 giugno 2008
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