«Che cosa vuole che le dica? Sono sgomenta. Profondamente sgomenta». Trattiene a fatica l’emozione dei singhiozzi, Sandra Lonardo. La voce del presidente del Consiglio regionale della Campania si incrina, alle prime battute scambiate al telefono, e hai l’idea che stia quasi per cedere quando si inizia ad affrontare il capitolo «Cassazione». Ma è solo un attimo. Un cedimento momentaneo. Perché, subito dopo, la moglie dell’ex Guardasigilli riprende il piglio combattivo e orgoglioso già dimostrato nei giorni più amari, quelli della detenzione ai domiciliari. Presidente, dica la verità: si aspettava motivazioni tanto forti nei suoi confronti da parte della Cassazione? «Rispetto tutti i magistrati e tutte le loro pronunce...». Va bene. Ma non ci dica che è d’accordo con quanto si legge nella sentenza. «Certo che no. Guardi, voglio che sia chiaro un punto in via preliminare: io non ho mai operato alcun condizionamento. Prendiamo il question time delle sedute del Consiglio regionale: a fissarlo è la conferenza dei capigruppo. Ma le dirò di più. La seduta alla quale si fa riferimento nella ipotesi accusatoria fu rinviata di necessità, solo e soltanto perché gli assessori dell’Udeur interrogati risultarono tutti assenti. Tutto quello che dico è dimostrabile, basta andare a leggere le pagine dei giornali dell’epoca, vi invito a farlo. Tutti potranno rendersi conto, dai resoconti di quelle pagine, che io ebbi anche a lamentarmene pubblicamente di quelle assenze». Dunque lei ribadisce di non aver operato alcuna forzatura e che nessun condizionamento è partito dal suo ufficio? «Esatto. I question time venivano gestiti solo dall’ufficio della segreteria generale del Consiglio. Per quel che mi riguarda, ho garantito sempre un atteggiamento super partes». Presidente, in queste ore ha ricevuto telefonate di solidarietà da qualcuno? «No. Nessuno si è fatto vivo. Mi hanno lasciata sola». In conclusione, che cosa pensa di questa sentenza della Cassazione? «Leggendo le motivazioni resto sconcertata e sgomenta. Basterebbe chiedere ai consiglieri regionali per appurare che io non decido proprio niente. Fortuna che questo non è l’ultimo giudizio. Io non mi arrendo. No. E finché avrò forza rivendicherò la mia estraneità ai fatti contestati». (giu.cri. il Mattino)
Annunziata: sono io l’unico danneggiato
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