Isaia Sales, ex primo consigliere di Bassolino per la programmazione dei fondi Ue, in un lungo articolo comparso domenica sul Corriere del Mezzogiorno, ha riconosciuto che in quindici anni il centrosinistra non ha cambiato Napoli e la Regione ed ha cercato di spiegarne le ragioni.Sales è il primo esponente di rilievo della sinistra che ammette il fallimento: è inutile negare, non ce la abbiamo fatta ha scritto cercando di analizzare le ragioni di un fallimento la cui portata è tale che occorrerà una riflessione lunga ed approfondita per cercare di venirne a capo. La sua è la prima voce autocritica che si alza da quel mondo pietrificato che è la sinistra campana e di questo è giusto dargli atto. Del suo coraggio come della sua onestà morale. Sales assegna gran parte della responsabilità della sconfitta bassoliniana a Mastella ed a De Mita. Le cose non stanno così e non mancherà occasione per discuterne. Ma qui ci preme evidenziare una circostanza che Sales denuncia e cioè che il ribaltone di Mastella, che azzerò la giunta di centrodestra guidata da Rastrelli, fu concepito a Roma e fu il prezzo che la Campania pagò per consentire a D’Alema ed all’Ulivo di sopravvivere dopo la sfiducia di Rifondazione a Prodi. Secondo Sales, da allora, Mastella ed il mastellismo fecero della Campania il luogo principale della loro forza nazionale. E quello che trattavano sui tavoli nazionali lo pretendevano e lo riscuotevano in Campania. L’accordo perché l’Udeur ottenesse due assessori e la presidenza del Consiglio regionale (per la moglie di Mastella) nel 2005 fu siglato a Roma con la firma di Fassino e Rutelli. Sales rivela inoltre che furono le pressioni di Roma ed il ritiro degli assessori demitiani dalla giunta a far ottenere a De Mita “lo ius” di nominare l’assessore alla Sanità. «Ma che immaginava - conclude Sales - che De Mita richiedeva un suo uomo alla Sanità per fare opera di misericordia?». ivelazioni gravissime che sono il riscontro delle accuse politiche che da anni su questo giornale muoviamo a Bassolino e alla sinistra. E’ ormai provato che la Campania è stata la merce di scambio con cui la sinistra si è mantenuta al R potere a Roma e a Napoli. Senza l’Udeur di Clemente e senza la Margherita di De Mita il governo D’Alema non avrebbe mai visto la luce e la Giunta Bassolino non sarebbe mai nata e, comunque, sarebbe da tempo caduta. Per mantenersi il più a lungo possibile al potere la sinistra prima ha cinicamente negoziato e spartito le istituzioni locali poi ha favorito ed alimentato un sistema clientelare di massa ed infine si è blindata nel bunker della resistenza ad oltranza, mentre Napoli e la Regione implodono sotto le bombe di una crisi senza precedenti. Poi arriva D’Alema e viene a parlare di una rete di cervelli, un network intellettuale per rilanciare Napoli. Ma quali cervelli? Qui la sinistra ha ingoiato anche i chierici, rimasti muti ed ancora ossequiosi con un potere in agonia, incapaci per viltà e convenienza di denunciare il fallimento che è sotto gli occhi di tutto il mondo. (Il Roma)
Ennio Cascetta: «Bene Sales, il bassolinismo è finito. Ma il nostro lavoro no»
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