sabato 27 settembre 2008
La Cgil in piazza contro il Governo Berlusconi
Assenti Cisl e Uil, la Cgil promuove oggi cortei nelle principali città italiane. A Napoli il sindacato di Epifani porterà piazza circa 30.000 persone - secondo le previsioni degli organizzatori - contro la politica economica del governo Berlusconi. Il corteo partirà alle 10.00 da piazza Mancini e si concluderà in piazza del Gesù, dove è in programma il comizio di Fabrizio Solari, segretario confederale della Filt - Cgil, reduce dalla snervante trattativa nazionale su Alitalia. «Sarà un autunno caldo», prevede Michele Gravano, segretario della Cgil per la provincia di Napoli, «e la Campania rischia di pagare costi pesantissimi per la recessione economica e per le fallimentari strategie dell'esecutivo di centrodestra. I punti di crisi sono tanti: Fiat, Atitech, Exide, ma anche centinaia di piccole e medie imprese che affannano sempre di più». Voi in piazza, il Pd nicchia. La Cgil si candida a colmare il vuoto di rappresentanza della politica? «Abbiamo caratterizzato il corteo di oggi come una manifestazione sindacale per cambiare le scelte del governo. In particolare, quelle che tagliano 8 miliardi e 150.000 posti di lavoro alla scuola, riducono pesantemente le retribuzioni dei lavoratori pubblici e della conoscenza, colpiscono i diritti sul mercato del lavoro, l'orario e la contrattazione. Non è nostro compito invadere il terreno della politica. Ovvio però che i nostri iscritti, la grandissima maggioranza dei quali milita nello schieramento di centro sinistra, spingano anche per una mobilitazione politica ». In corteo una rappresentanza dei rom e e dei migranti. Come Famiglia Cristiana, anche il maggiore sindacato italiano lancia l'allarme contro la crescente intolleranza? «Nessun dubbio. Lo diciamo da tempo. Il caso Campania è emblematico. Mesi fa i roghi dei campi rom a Ponticelli, poi la strage degli africani a Castelvolturno, infine le scritte razziste e le minacce contro gli accampati a Pianura nelle palazzine diroccate. Servirebbero politiche di accoglienza e di integrazione, invece di esibizioni muscolari che aggravano il disagio degli ultimi e soffiano sul fuoco dell'intolleranza». Sfileranno in corteo a Napoli anche rappresentanti del Pd campano o delle istituzioni locali? «Se lo faranno, ma non so e non ne ho notizia, parteciperanno a titolo individuale alla manifestazione organizzata dalla Cgil». Cisl e Uil vi hanno lasciati soli in piazza. E' rottura? «No. La manifestazione di oggi deve portare alla ribalta i problemi della gente, affinché si apra un tavolo di discussione col governo su sanità, pensioni, diritti, welfare. Non è certo contro la Cisl e contro la Uil». Vista da Napoli e dalla Cgil, l'insistenza sul federalismo fiscale da parte dell'esecutivo come appare? «Come una foglia di fico. Non può essere contabbandato come politica per il Mezzogiorno il federalismo fiscale. Fumo negli occhi, per nascondere che la politica economica di Berlusconi e Tremonti introduce tagli alla spesa pubblica, riduce le risorse per il sud e non ha alcuna strategia per il rilancio e per la crescita di una economia in crisi». (Fabrizio Geremicca da il Corriere del Mezzogiorno)
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