lunedì 22 settembre 2008

I fannulloni del turismo

Il sindaco Iervolino è una bravissima signora, donna corretta e di sanissimi principi; ha tutte le qualità per essere una vera signora. E’ vero! Ma la politica è un’altra cosa. Fare il sindaco in una città come Napoli richiede qualità che la signora Iervolino non ha. Per molte cose l’assessore Claudio Velardi ha ragione. Tutti possiamo criticare tutti, ma Velardi ricorda di essere assessore regionale al turismo? Ricorda che Napoli è una parte cospicua della regione Campania? Ricorda che tra le cose che a Napoli sono in coma c’è proprio il turismo? E che la causa non è solo la “munnezza”, ma anche la fatiscenza delle strutture turistiche? Lo sa Velardi che la Regione, anche di recente, ha distribuito miliardi di vecchie lire di risorse europee a pioggia agli amici ed agli amici degli amici? Lo sa Velardi che circa 1000 imprese hanno fatto ricorso contro quelle elargizioni, documentando fatti inquietanti? E non mi riferisco solo all’ultima distribuzione di fondi che assomiglia più ad una distribuzione di elemosina tra clientele che ad un programma organico di investimenti atti a rilanciare il turismo. Lo sa Velardi che la sinistra della quale egli fa orgogliosamente parte, amministra Napoli quasi ininterrottamente dal 1975? Trent’anni dei quali almeno la metà sono scritti sul libro di un uomo che si chiama Bassolino. La più grande truffa a danno di una città di un milione di abitanti l’ha commessa proprio lui, Bassolino. La truffa del nuovo rinascimento, quella di Bagnoli, quella della “munnezza”, per non parlare della sanità e delle altre attività economiche e sociali. Una truffa ancora in atto, e questa volta attuata con la complicità di una giunta accreditata come una squadra di esperti “padreterni”; e guarda caso, tra i padreterni” c’è anche Velardi. Io vorrei ricordare all’assessore al turismo che tanti anni fa, forse 30, a Napoli c’era un’Azienda del turismo piena di soldi provenienti non dallo Stato o dell’Europa, ma provenienti dall’imposta di soggiorno pagata agli alberghi dalle migliaia di turisti che venivano a visitare la città. Chiunque volesse controllare può farlo. Il presidente di quell’Azienda si chiamava Del Piero. E si chiamava Luigi Torino il presidente dell’Ente provinciale del turismo, un signore che amministrava il turismo nelle città della provincia. Velardi non sa che all’ora si facevano manifestazioni di valore mondiale. Con l’Enit, l’Alitalia e le Regioni si vendeva nel mondo il turismo italiano: il mare, il sole, la moda, il folclore, la musica, le canzoni, i prodotti della nostra terra l’arte e la cultura. Tutto si faceva con pochi miserabili soldi! “È moda a Capri” oggi non c’è più; non ci sono più gli Incontri internazionali del cinema di Sorrento, non ci sono più gli incontri musicali che nella regione ad Amalfi, a Positano e nel Cilento richiamavano turisti da tutto il mondo. Altro che quel piccolo aborto di slogan “Munnezza a chi?” Se vuole sapere Velardi come, a chi e perché sono state date le migliaia di miliardi di vecchie lire dal 2000 ad oggi abbia la forza di approfondire il problema; se vuole, io posso dargli anche qualche informazione, in fondo il turismo regionale, io come assessore, l’ho conosciuto prima di lui. (Armando de Rosa il Roma)

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