venerdì 5 settembre 2008
La rabbia dei precari «In attesa da decenni»
«“L’insegnante incoraggiante”, si rende conto, questo è stato il titolo della mia tesi di laurea con 110 e lode? Oggi mi appare come un paradosso, visto che con le nuove disposizioni oltre a toglierci il lavoro, ci distruggono psicologicamente e ci privano della nostra dignità. Ho superato tre concorsi, per quattordici anni ho girato in tante scuole come supplente o incaricata ed oggi sono disoccupata». Mariella Tramontano commenta con un gruppo di colleghe precarie di scuola elementare la sua situazione fuori il portone della Direzione scolastica regionale. È infuriata, ha lavorato anche a Secondigliano, ha sofferto e pianto per i bambini - come lei stessa scrive in una lettera che invierà al Presidente della Repubblica - «per la loro infanzia calpestata». Anche Anna Palma è una precaria storica: per quattro anni ha insegnato nelle scuole parificate poi diciotto alle statali, gli ultimi sei con l’incarico annuale. Quest’anno sperava nell’immissione in ruolo. Le insegnanti elencano i tanti sacrifici fatti nell’attesa di un posto coinvolgendo la famiglia, i figli, alle spalle di ognuna di loro una storia diversa. Chiara Grappa è in attesa di notizie e aggiunge: «Anche domani (oggi per chi legge) staremo qui in segno di protesta ma con la speranza che si apra qualche spiraglio per il nostro futuro. Da 15 anni insegno nelle scuole prima come supplente temporanea poi come incaricata». Le insegnanti sono esasperate anche dalle ultime novità introdotte dal ministero. «Il ritorno al maestro unico rappresenta una vergogna - spiega Mariella Tramontano - il tempo scuola viene drasticamente ridotto, i bambini non studieranno più l’inglese e tutto ciò in una realtà difficile come Napoli vuol dire non considerare i bambini e favorire l’incremento di alunni nelle scuole private». (be. ru. Il Mattino)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento