Sant’Agnello, il sondaggio nelle scuole: sono insicuri
Sant’Agnello - Bullismo: è mobilitazione. Docenti, esperti, genitori e studenti in prima linea nella sfida lanciata sul territorio da un antichissimo ente morale, il «Conservatorio dei Settedolori», contro un fenomeno che diventa sempre più preoccupante, istituendo un «Laboratorio per la formazione» per aiutare a capire e, quindi, intervenire nei confronti dei «bulli», quasi sempre «protagonisti negativi per nascondere i propri difetti». Ed è proprio questo che emerge dai risultati di un questionario proposto a un campione di trecento studenti. Dirigenti scolastici, esperti e consulenti familiari hanno tenuto, ne salone del «Conservatorio dei Settedolori», anche due conferenze sulla conoscenza e sulla prevenzione del bullismo. I due appuntamenti rientrano appunto nell’ambito del Laboratorio di formazione, coordinato dal pedagogista clinico Ernesto D’Onise, con incontri settimanali sul tema del bullismo. «La particolarità di questo gruppo di lavoro – sottolinea D’Onise – è stata la mobilitazione eterogenea di madri di famiglia, universitari, studenti delle superiori e ragazzi delle medie». In effetti, il laboratorio, che si avvale della collaborazione di Jole De Luca, Annalisa Assuntore e Tommaso D’Onise, è composto anche da una delegazione di genitori con Antonietta Ciampa, Mariella Nastro, Mariorosaria Narangio e Marcella Gargiulo, dagli universitari Paola Cioffi, Liliana Di Domenico e Claudio Coppola, dagli studenti Gianluca e Jennifer Canobra, Flavia Aiello, Veronica Esposito e Simona Cammarota. Un lavoro seguito da vicino dal presidente del Conservatorio, don Natale Pane, con i consiglieri Raffaele Ortenzia, Giuseppina Aiello e Antonino Coppola. Al meeting di studio, dopo i saluti degli assessori Antonino Coppola e Giuseppe Gargiulo e del presidente don Natale Pane, sono stati presentati i risultati del questionario. In particolare, 22 ragazzi su 23 hanno condiviso che si può chiamare bullo «un ragazzo prepotente che fa dispetti, insulta e impedisce agli altri di fare ciò che vogliono». Inoltre, se dovessero assistere ad un episodio di bullismo, 7 ragazzi su 23 aiuterebbero la vittima, 4 chiamerebbero aiuto, 4 chiederebbero al bullo di fermarsi, 3 lo direbbero ai genitori e 2 ragazzi interverrebbero solo se la vittima fosse loro amica. Se, invece, i ragazzi fossero vittima del bullo, in 13 su 23 reagirebbero difendendosi da soli, in 8 lo racconterebbero a qualcuno, in 2 terrebbero l’accaduto sotto silenzio. La maggioranza dei ragazzi intervistati è consapevole che il fenomeno riguarda adolescenti e giovani. La conferenza, moderata da Ernesto D’Onise, è poi proseguita con gli interventi del giornalista del Mattino Franco Buononato, del dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Sant’Agnello, Angela Cicalese e del mediatore familiare, Nadia Elisabetta Peschechera. (Giuseppe Damiano il Mattino)
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