Meta - Strada chiusa per pericolo di caduta massi, parcheggio interdetto, foglio di via per il piccolo bar unico punto di ristoro al di fuori degli stabilimenti balneari, degrado, abbandono. Il tutto nel bel mezzo di un paradosso che vede da una parte persistere lo scheletro del mostro di Alimuri, il costruendo albergo iniziato 46 anni fa e mai ultimato, dall’altra la modernissima struttura del Marhotel Alimuri che con gli ultimi interventi di ristrutturazione ha regalato un angolo di decoro ad una spiaggia che rischia di essere cancellata dall’erosione e dalle dimenticanze di politici ed amministratori comunali. A lanciare l’appello per salvare un tratto di spiaggia oramai quasi inesistente sono gli stessi cittadini, stufi di assistere inermi alla sistematica eliminazione di uno dei migliori angoli di costa della penisola sorrentina. E se non fosse per i titolari degli stabilimenti balneari che periodicamente si preoccupano di farsi carico di pulire e di mantenere in un assetto decoroso arenili e proprietà demaniali, della storica spiaggia di Alimuri oggi forse
non esisterebbe più nulla. Al di sotto del ventre del costone vegeta in uno stato di sospensione il contestatissimo ecomostro che nemmeno le associazioni ambientaliste e le molteplici interrogazioni parlamentari sono riusciti a buttare giù in virtù di una serie di scriteriate ma purtroppo valide concessioni rilasciate da enti comunali e Regione Campania a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta. Oggi è divenuto ricettacolo di delinquenza minorile, vagabondi e spacciatori di droga. A nulla è valso nemmeno il protocollo d’intesa del 2003 tra i limitrofi comuni di Meta e Vico Equense per acquisto dell’area, nuove concessioni ed abbattimento dell’ecomostro. Bella di giorno, impraticabile e pericolosa di notte, la spiaggia di Alimuri è stata gradatamente sottratta agli abitanti del posto ed ai numerosi villeggianti che negli anni sessanta hanno acquistato appartamenti a fronte mare oggi svalutati dal degrado dell’intera area. Come anche le zone adiacenti completamente trascurate dagli amministratori locali. (Vincenzo Maresca il Giornale di Napoli)
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