C’ è un altro Paese al mondo dove il sistema pubblico si prende come soci «Panzone », «Capagrossa» e «Gigino ‘o drink»? Se lo chiede, stamani, Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera. Nicola Cosentino dopo l’incontro di palazzo Grazioli si mostra molto determinato. «Il presidente conosceva le carte dell’inchiesta e mi ha espresso appoggio e solidarietà. Io gli ho spiegato che mantengo la candidatura per due motivi: perché non possono essere alcuni procuratori a decidere l’evoluzione democratica del Paese, e perche sono l’espressione dell’intera Regione ». E qui lancia quello che sembra quasi un messaggio: «Qualsiasi altra scelta dovrà tenere conto delle indicazioni del territorio ». Come a dire: «Il territorio sono io, quindi al governo della Campania o ci vado io, oppure chi scelgo io». Il sottosegretario Cosentino? «Altro che candidato. Con quelle accuse dovrebbe dimettersi subito dal governo». Luigi De Magistris, eurodeputato Idv, è un fiume in piena, e riempie stamani le pagine di Repubblica e il Fatto. Ad ogni modo la vicenda della candidatura a Governatore della Campania è una farsa. Se Cosentino si candidasse, un minuto dopo la sua eventuale elezione, verrebbe arrestato perché perderebbe l’immunità parlamentare.
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