domenica 28 febbraio 2010

Torna Conte, condannato per favori ai clan

Regione Campania - La battaglia per l’applicazione del codice etico è diventata, a distanza di sole ventiquattro ore, soltanto una suggestione elettorale. Gli inquisiti, gli indagati e i rinviati a giudizio hanno scavalcato qualunque filtro e aggirato tutte le barriere. Non solo, nello schieramento di centrodestra ieri è scoppiato l’imbarazzo per la candidatura di Roberto Conte, l’ex consigliere regionale dei Verdi e della Margherita— condannato in primo grado a due anni e otto mesi per associazione camorristica e coinvolto in altri due procedimenti, di cui uno per corruzione — in una delle liste (Alleanza di popolo) collegate al candidato presidente del Pdl, Stefano Caldoro. innocente». Alfonso Luigi Marra, avvocato, ex europarlamentare e da anni sostenitore di una personale battaglia contro gli istituti di credito, ha difeso la sua scelta: «Ho voluto io che Conte fosse candidato», ha commentato, «poiché rappresenta il simbolo di una battaglia giusta, di civiltà e di innocenza. Pertanto, vorrei che Caldoro e il centrodestra aprissero Diodato e Luciano Passariello, indagati per presunti rimborsi gonfiati, a Sandra Lonardo, sottoposta al divieto di dimora in Campania nell’ambito dell’inchiesta Arpac. Fino a Pietro Mastranzo, coinvolto nell’inchiesta su Napoli est. Fuori, invece, il consigliere comunale di Napoli, Umberto Minopoli, e l’ex senatore Tommaso Barbato, che ha fatto spazio al figlio Francesco nella lista Noi Sud. Neanche a sinistra i problemi giudiziari mancano e sono rappresentati dal candidato presidente del Pd, Vincenzo De Luca, su cui pendono due rinvii a giudizio; dall’assessore regionale uscente, Corrado Gabriele; dal consigliere regionale Peppe Russo, rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta su Napoli est. fremito le esclusioni eccellenti: come quella della sindaca di Grumo, Fiorella Bilancio, la quale, cassata dal Pdl, ha trovato posto in lista nell’Udc ed è stata costretta a coprire tutti i suoi manifesti elettorali che la ritraevano con il simbolo del Popolo della Libertà. E Pasquale Marrazzo, consigliere regionale uscente salernitano, il quale si è dichiarato «vittima di Antonella Ciaramella, sorella di una vittima innocente della camorra; Marica Covino, sindacalista della Telecom per cui lavora come centralinista e Angela Cortese, ex assessore provinciale. In lista anche Ibrahim Yacobou, un immigrato passato dai campi di Casal di Principe alla recitazione in un film di successo come Gomorra e attivo nel volontariato nell’assistenza dei bambini degli immigrati di Scampia. Nella lista del candidato governatore del Pd Vincenzo De Luca, compaiono la presidente della commissione Pari opportunità della Regione Campania, Fiorella Girace e Anna Maria Torre, figlia dell’avvocato Marcello Torre, ammazzato dalla camorra a Pagani negli anni ’80. Con i Verdi si candidano Rino De Martino, proprietario della storica libreria Treves di piazza Plebiscito, e la pronipote di Edoardo Scarpetta, Carolina. A sostegno del candidato grillino Roberto Fico, infine, scende in campo Doriana Sarli, la pasionaria delle proteste antidiscarica di Pianura. (di Angelo Agrippa da il Corriere del Mezzogiorno)

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