giovedì 25 febbraio 2010

Carattere cupo e riservato la vittima viveva in un'ex stalla

Vico Equense - Misteri e voci, sussurri e parole dette a metà. Si parla con insistenza a Vico Equense dell’omicidio-suicidio a Seiano. Si rincorrono i racconti chi conosce i familiari delle due vittime. «Renato De Martino in tarda mattinata ha lasciato la casa di via Cognulo a Moiano, la principale frazione collinare di Vico Equense - rievoca una vicina - dicendo ai familiari che si sarebbe assentato per pochi minuti. Poi il mancato ritorno per il pranzo a casa, dove aveva lasciato il cellulare, cosa che ha allarmato i congiunti tra cui il fratello Giuseppe, infermiere all’ospedale di Sorrento, e la cognata Luisa, sorella di Salvatore Imperato De Gennaro, il contadino freddato da De Martino nella sua casa colonica di Seiano». Renato De Martino è descritto come un persona dal carattere chiuso e schivo, un aspetto simile a quello di Salvatore Imperato De Gennaro, il quarantottenne di Seiano che da anni viveva da solo in una tipica casa colonica, una ex stalla, distante appena cinquanta metri dalla statale sorrentina che in quel tratto prende il nome di corso Caulino. Al civico 21 si apre il cancello che introduce in un viottolo di campagna che termina proprio all’altezza dell’abitazione della vittima. «Qui ha parcheggiato la sua Panda De Martino - spiega un agricoltore della zona - per poi salire al primo piano, dove su un pianerottolo si affacciano le due stanze della casa di Salvatore Imperato De Gennaro». La dimora tipica di un uomo solitario, dedito alla conduzione del fondo agricolo che confina con quello gestito nel tempo libero da Giuseppe, suo cognato e fratello di Renato. «Salvatore, da quando la mamma Maria si è trasferita a Gragnano da un’altra figlia - affermano delle donne sue ex compagne di classe delle elementari di Seiano - si è chiuso sempre più in se stesso, e ormai dimostrava molto di più della sua età. Secondo noi era ormai caduto in una forte depressione». Anche se si parla con insistenza di dissapori per motivi ereditari o addirittura di controversie passionali, gli inquirenti non hanno finora trovato riscontri diretti. Il rapporto tra Giuseppe De Martino, fratello di Renato, e suo cognato Salvatore non ha mai dato adito a commenti negativi da parte di residenti nelle abitazioni limitrofe ai terrazzamenti gestiti dai due congiunti. Il tutto confermato anche dalla dinamica della scoperta dell’omicidio-suicidio. Il primo a trovare il cadavere di Renato De Martino è stato proprio un figlio di Giuseppe, allarmato per l’assenza al pranzo del marittimo. Il ragazzo, entrando nella stanza da letto della zio Salvatore ha visto l’orrenda scena: Renato riverso in un pozza di sangue. Ha subito chiamato il padre, Giuseppe, il quale si è precipitato a Seiano, distante circa dieci chilometri da Moiano, non senza aver chiesto al figlio di cercare in campagna Salvatore Imperato De Gennaro. Solo all’arrivo dei carabinieri e degli uomini del 118 la macabra scoperta, proprio nella stessa stanza: il cadavere del contadino era vicino al letto. (Umberto Celentano il Mattino)

Il Precedente
Nove anni fa altra tragedia della follia

Il 21 luglio 2001, il precedente più vicino di un fatto di sangue a Vico Equense. Antonio Staiano, 37 anni, impiegato in una ditta di trasporti marittimi a riposo per disturbi mentali, uccide i genitori. Dichiarerà che era convinto volessero avvelenarlo. Alle 3 del mattino, con un coltello massacrò prima la mamma Carolina Di Leva, 60 anni, e poi il padre Giovanni Staiano, 68 anni, che era accorso in aiuto della moglie. L’omicida fu subito arrestato

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