Castellammare di Stabia -Qualcuno passeggiava in centro tra vetrine e negozi dedicandosi allo shopping, qualcun altro se ne stava comodamente al bar, seduto a sorseggiare un aperitivo e a scambiare due chiacchiere con gli amici. Secondo i verbali delle commissioni consiliari del Comune, invece, erano tutti in aula, affrontavano i più disparati ordini del giorno, dibattevano, si confrontavano. Infine, come riportano gli stessi verbali, deliberavano «dopo ampie ed approfondite discussioni». Con questo sistema, a Castellammare di Stabia, 27 consiglieri comunali avrebbero, nel 2009, percepito illegittimamente e in più occasioni il gettone di presenza da 50 euro a seduta. Alcuni, attraverso questa truffa, si sarebbero regalati un bonus da 1200 euro ogni trenta giorni, quasi un secondo stipendio. L’avrebbero certo passata liscia se, nel frattempo, gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli non li avessero seguiti, pedinati, fotografati, filmati. Tutto il materiale investigativo è confluito nell’inchiesta dei pubblici ministeri Silvio Pavia e Francesco Cerullo. Come anticipato mercoledì da Rocco Traisci sul quotidiano Metropolis, i pm hanno notificato 30 avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Coinvolgono, queste ultime, la quasi totalità del consiglio comunale di Castellammare, ad eccezione di Francesco Faella, Domenico Cioffi e Nicola Cuomo. Indagati anche tre segretari di commissione dell’amministrazione stabiese. Per tutti l’ipotesi di reato formulata dall’accusa è di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico in atto pubblico. Potranno ora chiedere di essere sentiti dai pubblici ministeri, per chiarire la propria posizione. Le investigazioni sono scattate a giugno dell’anno scorso e sono scaturite da un altro filone, quello sugli appalti truccati dell’Istituto d’Arte di Sorrento. I militari della Tenenza delle Fiamme Gialle di Massa Lubrense, coordinati dalla Procura di Torre Annunziata, insospettiti dalle continue assenze di una delle docenti di Italiano, Ida scarpato, consigliere comunale a Castellammare di Stabia, hanno deciso di verificare se le motivazioni addotte dalla professoressa per giustificare tali assenze fossero fondate. Hanno ripescato i certificati rilasciati dal presidente della seconda commissione del Comune di Castellammare, di cui la professoressa faceva parte. A leggere quei documenti, Scarpato risultava una stakanovista dell’attività politica, una indefessa frequentatrice delle istituzioni stabiesi fino al punto da non trovare un solo minuto da dedicare agli studenti. Inevitabile il passo successivo delle indagini; sono stati predisposti una serie di appostamenti dinanzi a Palazzo Farnese, la sede del consiglio comunale, per verificare se davvero il consigliere Scarpato frequentasse tanto assiduamente quelle stanze. Sorpresa: i militari hanno verificato che non solo la docente, ma la quasi totalità dei consiglieri comunali non partecipavano ad alcun lavoro di commissione. Percepivano invece l’indennità economica grazie alla falsificazione dei verbali quotidianamente reati dai segretari. Assenteisti istituzionali, ma non solo. Secondo la Procura, infatti, i consiglieri avrebbero anche truffato i propri datori di lavoro, pubblici o privati. Dai cartellini marcatempo è emerso che, attraverso false attestazioni di partecipazione alle attività consiliari, gli indagati avrebbero evitato di recarsi al lavoro o avrebbero drasticamente ridotto il proprio orario. Secondo la Procura, la truffa ai danni dello Stato ammonta a circa 2 milioni di euro. Il gip non ha accolto la richiesta di misure cautelari, pur rilevando la sussistenza a carico di tutti gli indagati di rilevanti elementi di colpevolezza, solo perché le imminenti elezioni amministrative hanno determinato lo scioglimento del consiglio comunale. Non sussiste dunque il pericolo della reiterazione del reato o dell’inquinamento delle prove. È invece più che mai presente il rischio che le istituzioni stabiesi, già duramente colpite dalla vicenda Tommasino – il consigliere comunale del Pd assassinato da un killer con la tessera del suo stesso partito – siano travolte da una nuova ondata di discredito.
(di Fabrizio Geremicca da il Corriere del Mezzogiorno)
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