venerdì 11 giugno 2010

Alimuri, 40 anni di polemiche

Vico Equense - Comincia la stagione turistica e si accendono nuovamente i riflettori sull’eco-mostro della marina di Alimuri, il rudere dell’albergo mai ultimato che deturpa l’immagine di uno degli scorci più suggestivi della costiera sorrentina. Dopo gli appelli, più volte ripetuti, soprattutto dagli ambientalisti, al comune di Vico Equense ed alla regione Campania, questa volta arriva una interrogazione parlamentare diretta ai ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali firmata dal deputato Antonio Pallagiano. «Sono passati più di quarant’anni, diverse inchieste giudiziarie, denunce, feriti e un accordo che ne decretava l’abbattimento, ma a tutt’oggi, l’enorme scheletro di quello che sarebbe stato un hotel di cinque piani e cento stanze, è lì immobile ed intoccabile a deturpare la meravigliosa costa sorrentina, tra Vico Equense e Meta», denuncia il parlamentare sorrentino dell’Italia dei Valori. Ogni estate, infatti, con straordinaria puntualità si registrano numerosi incidenti che hanno come vittime i ragazzi che si avventurano sotto o all’interno della pericolosa struttura di cemento che, comunque, tutto l’anno è rifugio di drogati e piccoli delinquenti. E questo nonostante l’area, di fatto, sia transennata con tanto di cartelli, posizionati su entrambi i versanti di accesso che indicano il pericolo di caduta massi. Tuttavia, ordinanze e divieti, fino ad oggi, non hanno costituito un valido deterrente neppure per i bagnanti che continuano a transitare in prossimità del rudere per raggiungere la zona denominata la Conca per fare il bagno. Non a caso, in più di una occasione l’eco-mostro è stato al centro di polemiche e proteste, culminate due anni fa anche nello sbarco simbolico dei volontari di Legambiente. Obiettivo? «Ne chiediamo l’immediata demolizione sia per ragioni evidenti di natura ambientale, considerato il danno costituito dal fabbricato proprio sul mare, sia per motivi di sicurezza di coloro che frequentano il litorale di Meta», spiegano gli ambientalisti. La storia comincia nel 1964 quando viene rilasciata la licenza per costruire un albergo da cento stanze in una conca fra le più belle della penisola sorrentina, ma anche adiacente ad un fragile costone di roccia nella cosiddetta zona rossa per pericolo di frane. Si va avanti per anni, tra ordini di sospensione dei lavori da parte della Soprintendenza (1971), annullamenti delle licenze da parte della Regione (1976) e lavori che un po’ si fermano, un po’ riprendono. Il cantiere si blocca definitivamente nel 1986 quando è chiaro che la roccia alle spalle del mostro non è in grado di reggere l’impatto della struttura. Tuttavia, bisogna arrivare all’ottobre del 2007 quando, con l’intervento dell’allora ministro Francesco Rutelli, sembra raggiunto l’accordo per la demolizione. Definito anche il riparto dei costi che ammontano a 1 milione e 100mila euro: 300mila euro pagati dal ministero dei Beni Culturali, altri 300mila dalla Regione e il resto a carico dei proprietari dell’immobile. Nel 2008 la conca di Alimuri deve essere libera. E invece il mostro è ancora lì. (Francesco Aiello il Mattino)


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