lunedì 13 settembre 2010

Veltroniani in rotta rispunta l’ipotesi del nuovo Asinello

Lì su quel palco molto moderno di bianco colorato, con scritto nel bel mezzo ”rimbocchiamoci le maniche”, le assenze han pesato quanto le presenze. Uno spaccato della situazione interna al Pd di oggi. C’erano in bella vista Franceschini con gli eurofranceschiniani Sassoli e Serracchiani; c’era Fassino e non solo perché torinese, così come la piemontese Turco e il padrone di casa Chiamparino; c’erano la Bindi, la Pollastrini, la Finocchiaro. Ma non s’è vista l’ombra di un Veltroni o di un veltroniano, né di un Gentiloni, non si è minimamente vista la sagoma di un Fioroni, non si è scorto un qualche prodiano effettivo o parisiano di complemento. Su quel palco di piazza Castello inondato dal sole è andata in scena la nuova maggioranza del Pd: al segretario si aggiungono adesso fassiniani e franceschiniani, con Dario il capogruppo che di fatto insidia il ruolo di Letta, secondo il copione tra i due in onda ormai da dieci anni. Si sfascia Area democratica, il correntone uscito sconfitto dal congresso e che finora ha contrastato il segretario, mentre all’orizzonte fanno capolino i «giovani turchi» quarantenni come sono stati subito battezzati, con l’obiettivo di demolire il vituperato «veltronismo», annunciano sfracelli ma poi rinunciano alla loro entrée pubblica in quel di Orvieto (dove si riuniranno regolarmente i bipolaristi duri e puri di Morando con rientro sulle scene di Claudio Petruccioli che terrà una relazione). Si allarga il fossato tra Bersani-D’Alema-Letta e Veltroni-Fioroni-Gentiloni. Questi ultimi guardano con sempre maggiore apprensione quello che giudicano un progressivo e inarrestabile scivolamento a sinistra del Pd, con annesso sfiguramento del progetto originario. Al punto che, nel conclave dell’8 settembre di Ad, è stata discussa l’ipotesi di dar vita a gruppi parlamentari autonomi sull’esempio dei finiani Fli chiamandoli magari «innovazione e riformismo» o «democratici per la libertà». Nessuna decisione finora, molto se non tutto dipenderà dagli scenari futuri: se si va alla crisi a breve, tutto fermo; ma se ci sarà ancora legislatura, non sono esclusi sviluppi clamorosi, tipo quel progetto di nuovo Asinello balenato prima delle vacanze, che verrebbe presentato come il ”vero Pd” alleato ma distinto dall’attuale Pd che somiglierebbe sempre più ai Ds. (n.b.m. il Mattino)

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