Saputo della notizia, Cuomo è andato su tutte le furie e ha subito smentito: «Faccio parte del Pd e voterò come il mio gruppo. Il governo deve andare a casa, non lo voterei neanche se tra le prebende che mi potrebbe promettere il Cavaliere ci fosse anche quella di presidente del Consiglio. Anzi, il mio augurio è che martedì il governo vada sotto, perché il danno che ha procurato al nostro Paese è tale e tanto che ci vorranno i prossimi cinquanta anni per far tornare in Italia la normalità dal punto di vista politico, sociale ed economico. Dico di più: se il capogruppo Franceschini ci dirà che c’è spazio per altri interventi, chiederò anch’io la parola a Montecitorio per dire cosa penso di Berlusconi e del centrodestra». Se qualcuno ha scelto Cuomo come bersaglio, ha fatto dunque male i suoi conti. Lui stesso non si nasconde che il suo nome possa essere stato suggerito a seguito dei suoi trascorsi: ex socialista, passò poi a Forza Italia, ne divenne anzi segretario provinciale e poi candidato alla presidenza della Provincia, «poi lasciai, non potevo più coesistere in quel partito». Però sospetti e veleni sono a vasto raggio, compreso il dubbio su quello che accadrà domani alla Camera. «Spero — aggiunge Cuomo — che non sia qualcuno di Futuro e libertà a fare marcia indietro e a mettere in condizioni Berlusconi di continuare a far danni». Il non detto è però evidente: dalle parti di Fini ci potrebbe essere qualche posizione non salda, da nascondere dietro il nome di esponenti di altri partiti. Nell’incertezza, Cuomo ha deciso di querelare Rivellini per la notizia diffusa. La misura però è colma, anche perché nei giorni scorsi analoghe voci erano circolate per altri due deputati sanniti del Pd, Mario Pepe e Costantino Boffa, quest’ultimo addirittura ex capo di gabinetto di Antonio Bassolino in Regione. Entrambi hanno già smentito a loro volta, ma il caso Cuomo spinge il segretario regionale Enzo Amendola a fare quadrato sui suoi parlamentari: «Siamo orgogliosi del lavoro che svolgono: voteranno tutti compatti la sfiducia a questa maggioranza guidata da Berlusconi. Gli opportunisti e i voltagabbana, come Bruno Cesario, sono già andati via e non sentiamo affatto la loro mancanza». Idem per Mazzarella, coordinatore dei parlamentari campani: «Questa pratica diffamatoria dimostra l’ansia del governo ancora alla disperata ricerca di qualche acquisto parlamentare nello squallido calciomercato che si è aperto da qualche giorno». (di Roberto Fuccillo da la Repubblica Napoli)
L’ex PD assenteista: “Vado e mi astengo”
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