sabato 7 maggio 2011
Gigantesco uovo di calamaro nel mare di punta della Campanella
Sorrento - Non hanno creduto ai loro occhi, Daniele Castrucci e Edoardo Ruspantini, i due subacquei napoletani del TGI Diving Sorrento durante un'immersione nell'area marina protetta. A 50 metri di profondità, nel mare di Punta della Campanella, hanno fatto un avvistamento particolare. Una sfera trasparente di circa 1 metro di diametro, gelatinosa e attraversata da una specie di condotto più scuro che si allargava a forma di imbuto alle due estremità. Incuriositi i due sub hanno, per fortuna, scattato foto e girato un breve video. In poco tempo le foto hanno fatto il giro del web e così, tra gli appassionati subacquei di tutta Italia, è nata un'accesa discussione sul misterioso avvistamento. Vengono individuate due osservazioni identiche in Croazia, Norvegia e Nuova Zelanda. I link svelano in parte il mistero: si tratta di una massa gelatinosa contenente uova di una qualche specie di calamaro. I biologi marini chiariscono definitivamente: si tratta, per la precisione, di una grossa teca ovarica di calamaro, contenente migliaia di uova, come sostiene il professore Roberto Sandulli, biologo marino dell'Università Partenope di Napoli, interpellato dall'Area Marina Protetta di Punta Campanella. Più difficile individuare di quale specie di Calamaro si tratti, visto che in Italia sono censite ben 26 diverse specie di calamari e totani. Soltanto il prelievo di un campione avrebbe consentito una esatta definizione dell'esemplare. Secondo gli esperti l'emissione delle uova all'interno di masse gelatinose è della famiglia degli Ommastrefidi (Ommastrephidae), presente in Mediterraneo con 4 specie Ommastrephes bertramii, Illex coindetii, Todarodes sagittatus e Todaropsis eblanae, chiamate tutte con il nome comune di totano.Potrebbe essere dunque una femmina di totano la madre delle decine di migliaia di calamaretti contenuti nella sfera di Punta Campanella. Ma non è escluso che si possa trattare anche di una specie aliena di calamaro, il Notodarus gouldi, sconosciuto nei nostri mari. (Fonte: Il Mattino.it)
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