giovedì 26 maggio 2011

Crisi dei cantieri navali di Gaetano Mastellone

Sorrento - Emotivamente mi sento molto coinvolto in questa querelle della Fincantieri ed ho dentro di me tanto fastidio allorquando leggo i soliti "noti", e vuoti, commenti di solidarietà politica che non danno alcun "valore aggiunto" al problema. mancano le proposte, e manca la discussione. La scorsa settimana ero stato "il primo" a mettere sul "tavolo dell´informazione" questo problema della cantieristica perchè avevo già letto delle anticipazioni sul Piano Industriale Fincantieri. Avevo accennato alla nascita di diversi problemi, purtroppo avveratisi. Sono solidale ed a favore della tutela degli operai e, come un semplice - ma attento - cittadino, raccomando loro di stare calmi perchè questa volta non sono "soli" come lo sono stati da anni! Oggi ci sono tanti cittadini d´Italia che son loro solidali. Il governo, che sgoverma, deve intervenire e deve farlo subito! Il problema lo si può parzialmente risolvere nel breve termine; per il medio termine occore un preciso Piano di Sviluppo.



Si può fare, l´ho già scritto! Al prossimo tavolo di lavoro bisogna sottoscrivere "un ferreo" patto a tre, politica-armatori-operai. L´obiettivo comune dovrà essere quello dello sviluppo e del miglioramento della cantieristica anche con piccoli, o grandi, sacrifici comuni. Gli operai oggi devono anche capire che il futuro passa anche da sacrifici e da maggiore impegno sul lavoro per far aumentare la produttività personale. Studi di settore dicono che anche gli anni 2012/2013 saranno difficili, però dobbiamo guardare avanti! Questa difficile situazione di oggi parte da lontano, analizziamola brevemente. La crisi economica mondiale, iniziata a metà del 2008, ha colpito in misura superiore alle aspettative il settore dello shipping per il combinato effetto della riduzione della domanda di trasporto di mezzi e persone (con il conseguente crollo dei noli) e della stretta creditizia. Così diversi importanti gruppi amatoriali si sono trovati in condizioni di difficoltà e sono stati costretti a cancellare i programmi di investimento programmati, in molti casi addirittura hanno messo in discussione gli ordini precedentemente stilati per nuove unità. Come conseguenza la domanda di unità mercantili è drasticamente crollata, raggiungendo un livello paragonabile ai minimi storici toccati nella seconda metà degli anni ´80 e del periodo della Guerra del Golfo. Quindi lasciando "il passato" alle spalle occorre guardare "al domani". Diciamoci la verità! Oggi l´annuncio degli esuberi di Fincantieri, e la preventivata chiusura degli impianti, non fa che confermare il clamoroso fallimento del governo che è stato totalmente assente da ogni politica di sostegno di questo settore, e non solo di questo settore. Il governo si è chiamato fuori dalla crisi in cui versava da tempo la cantieristica italiana e ha semplicemente atteso l´annuncio dell´a Fincantieri. Ora vedremo cosa farà! Però, come dico da tempo, con un pò di buona volontà tutto si può aggiustare nel medio periodo. Però bisogna "fare", da subito! Prendiamo l´esempio positivo di un politico che in questi giorni ha afferrato "il toro per le corna", ha saputo fare! Applaudo al Presidente della regione Liguria Burlando (..... prendano esempio Caldoro & Co.) che oggi, 25 maggio 2011, ha incontrato a Genova il Presidente di MSC, Gianluigi Aponte, l´AD della stessa societa´, Pierfrancesco Vago, e il presidente di Autorità Portuale, Luigi Merlo. Burlando ha chiesto il coinvolgimento di Aponte a favore della cantieristica genovese e lo ha invitato a costruire in Liguria le sue due nuove navi da crociera programmate. Ora tocca al governo mettere a disposizione delle risorse e prego il signor ministro Sacconi (e gli atri politici che intervengono in questo "ring") di non fare dichiarazioni "scontate" del tipo: "è necessario salvaguardare i siti produttivi e l´occupazione". Dichiarazione ovvia! Dobbiamo essere uniti per la ripresa perchè le quote di mercato per paese costruttore evidenziano il notevole aumento delle quote di mercato della cantieristica Cinese e Giapponese, con la Cina che diventa leader mondiale assorbendo oltre il 41% di tutti gli ordini mondiali. Sempre più marginale è la cantieristica Europea che nel 2010 ha rappresentato solo il 3% del mercato mondiale. Siamo arrivati nel profondo del burrone, ora dobbiamo risalire la china. Ho appena parlato con un collega di una importante società di consulenza internazionale che mi ha delineato una strategia possibile che condivido. Oltre all´azione di stimolo della domanda di nuove navi forse servirebbe anche una politica che favorisca il rinnovo o il retro-fitting della flotta esistente. Di fronte all´invecchiamento della flotta europea di traghetti ro-pax e ro-ro è possibile individuare nel regime della demolizione una strada di stimolo della domanda. Per concludere vorrei suggerire "alla politica" di sensibilizzare e coinvolgere maggiormente anche la BEI che su 140 Mldi € di finanziamenti erogati negli ultimi 10 anni ne ha indirizzato solo il 4 % al comparto marittimo (navi e porti) contro il 36 % rivolto al trasporto su strada, il 25% rivolto ad infrastrutture ferroviarie e materiale rotabile, il 20% al trasporto urbano ed il 15% al comparto del trasporto aereo (aeroporti, aeromobili e sistemi di controllo del traffico aereo). Aspetto con ansia il giorno 3 giugno, giorno dell´incontro con il ministro e mi auguro che già dal 4 giugno si possa delineare una efficace Piano strategico. Viva la cantieristica italiana perchè è una specializzazione che vale, non uccidiamola!

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