domenica 29 maggio 2011

Il Cavaliere si fa attendere sul palco. Applausi ma anche fischi all’arrivo

Fonte: di Fabrizio Roncone da il Corriere della Sera

Chiede che l’aria condizionata sia abbassata. Chiede una bottiglia d’acqua minerale. Guarda fuori dalla finestra: c’è un tramonto opaco, lattiginoso sul Golfo. Sono le 19,30. Silvio Berlusconi — seduto in poltrona, senza cravatta, è arrivato direttamente dalla Francia e ora cerca di recuperare le energie — si volta. «Piazza del Plebiscito è già piena?». Nessuno osa rispondergli. Prendono tempo. Farfugliano. Un momento, presidente, basta fare una telefonatina. Aspetti, presidente, che verifichiamo. Poi capi e capetti del Pdl campano escono velocemente dalla suite, entrano nell’ascensore e scendono giù. Quando le porte dell’ascensore si spalancano sulla hall del Grand Hotel Vesuvio, hanno volti di cera e mani sudate. E non devono fare alcuna telefonata. È da almeno mezz’ora, infatti, che i galoppini appostati in piazza del Plebiscito descrivono con sms preoccupati una scena desolata. Il summit è rapido, nervoso.



Primo provvedimento: restringere la piazza, creando un muro di camion pubblicitari con le gigantografie del candidato sindaco Gianni Lettieri. Secondo provvedimento: annullare la passeggiata di Berlusconi tra i vicoli e nelle piazze, niente bagno di folla, niente applausi e grida di evviva (che pure qui, per anni, si sono sempre registrate con straordinaria regolarità). Terzo: trovare il coraggio di risalire su, e raccontare a lui, al Cavaliere, che la piazza non è esattamente traboccante come ci si aspettava. Non ancora. Comunque rassicurarlo, tranquillizzarlo. Ma Silvio Berlusconi è uno abituato a pesare le parole anche dell’ultimo collaboratore. Sa leggere nel fremito di una pupilla. E, pure stavolta, capisce in un baleno. «Come sarebbe, scusate, che la piazza non è piena, eh?». Il presidente della Regione Stefano Caldoro esce dalla stanza a testa china. Luigi Cesaro, detto «Gigino ‘a purpetta», presidente della Provincia, si morde le labbra. Poi entrambi, in corridoio, cercano lo sguardo di Nicola Cosentino. Nicola Cosentino, dagli amici affettuosamente chiamato «Nick ‘o mericano», è il coordinatore regionale del Pdl che fu colpito da una richiesta di arresto con l’accusa di aver contribuito «a rafforzare, sin dagli anni ’80, i vertici del gruppo camorrista legato alle famiglie Bidognetti e Schiavone». E un uomo astuto, affilato, riservato e potente; in Campania controlla migliaia di voti e di tessere e perciò dice una frase netta: «Sono certo che faremo un grandioso comizio finale». Gianni Lettieri, tranquillo, è andato a casa a farsi una doccia. Qui, al bar del Vesuvio, si aggirano invece piuttosto tristi due che di solito sono allegre e ottimiste: Francesca Pascale (consigliere provinciale, ex star di Telecafone, lo scorso inverno sospettata d’essere la fidanzata segreta del Cavaliere) e l’onorevole Maria Rosaria Rossi (divenuta celebre per essere stata intercettata al telefono con Emilio Fede. Lui: «Ho anche due amiche mie…». E lei: «Che palle che sei… quindi bunga bunga, 2 di mattina, ti saluto…»). Loro tristi: e Berlusconi che invece — rapido, sorprendente — ha già ideato una nuova strategia. Se non c’è la folla necessaria per una passeggiata, parlare subito con le televisioni e le radio locali. «Non abbatteremo case abusive fino al 31 dicembre di quest’anno». «Se pure dovessimo perdere qui e a Milano, il governo non cadrà». Ore 22,05. Il concerto, in piazza del Plebiscito, è aperto da un certo Pino De Maio. Dopo mezz’ora, attacca Gigi D’Alessio. Lo sguardo scorre sui ranghi degli spettatori. La piazza non è come immaginava «Nick ‘o mericano» ma Berlusconi può comunque presentarsi sul palco con il sorriso che sapete. Lettieri un passo dietro. Applausi, e fischi. Il Cavaliere inizia a cantare «’O surdato ‘nnammurato». Poi prende il microfono. «De Magistris è diventato famoso dopo aver messo sotto accusa degli innocenti… Volete un sindaco che metta le manette alla vostra città?». Poi: «Ma se il nostro candidato non farà bene, tornerò per prenderlo a calci». Quindi, il calcio giocato. Parla da presidente del Milan: «Tranquilli, non acquisteremo il vostro Hamsik!». (Hamsik è il giocatore più forte del Napoli). Boato. Folla in delirio. Lettieri saluta con la mano.

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