mercoledì 25 maggio 2011

De Luca: Pd, disastro

Fonte: di Ottavio Lucarelli da la Repubblica Napoli

«Il Partito democratico a Napoli e in Campania ha costruito un disastro di proporzioni storiche con grandi responsabilità della classe dirigente nazionale che si distingue per viltà e opportunismo». Il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, al quarto mandato con il 74.42 per cento, intervistato a “Repubblica TV’ accusa anche i vertici nazionali del Pd per il risultato elettorale di Napoli. «Lo avevo detto da tempo, ma non mi hanno ascoltato. Bisogna eliminare—incalza De Luca — il novanta per cento di anime morte del gruppo dirigente nazionale del partito che non rappresentano nemmeno se stessi. Bisogna eliminare dal partito ogni forma di doppiezza». Un duro affondo, a partire dalle primarie napoletane di gennaio, anche contro Andrea Cozzolino e Nicola Oddati che si erano candidati contro Umberto Ranieri. «Possibile—accusa De Luca — che il partito nazionale non abbia parlato quando si sono candidati un ex assessore responsabile dei disastri della Regione e un assessore comunale in carica? Tutto si poteva fare in quei giorni meno che dire”fate quello che volete e poi si vedrà”.



La conseguenza è stata la distruzione del partito a Napoli. Cosa fare adesso? Sarebbe ora di cominciare a valorizzare i territori che funzionano. Nel gruppo dirigente nazionale non c’è uno solo tra i migliori sindaci d’Italia. Nel partito contano le correnti, non il merito». Dalle primarie alle elezioni di Napoli. «Questa campagna elettorale — sostiene De Luca — è stata un forte richiamo alla realtà. A Napoli il Partito democratico è stato distrutto, ma i presupposti per questo risultato c’erano già dieci anni fa quando dissi che in Regione, se si andava avanti con quella gestione dei rifiuti, dei fondi europei, della sanità e soprattutto con quello stile sarebbe stata distrutta non solo l’amministrazione ma la speranza di Napoli». De Luca ha poi confermato che se fosse residente a Napoli voterebbe al ballottaggio Luigi de Magistris, ma lo avverte: «Mi auguro che faccia tesoro di questa sua esperienza per maturare e assumere toni civili che in passato non sempre ha avuto. Governare non è fare poesie e racconta palle chi dice che si farà la raccolta differenziata in due mesi. Ci vorrà almeno un anno e mezzo. Non solo. Bisognerà fare anche un sito di trasferenza. Un sindaco deve assumersi le responsabilità, deve anche rischiare a volte di prendere un avviso di garanzia come è capitato anche à me. Io il sito di trasferenza a Salerno l’ho fatto dieci anni fa quando si decise di chiudere le discariche andando incontro al disastro che è sotto i nostri occhi». De Luca affonda i colpi mentre il Pd napoletano si arrocca su Luigi de Magistris. Un altro consigliere comunale non rieletto, Giovanni Palladino, si è schierato pubblicamente con il candidato sindaco come hanno fatto nei giorni scorsi anche altri, compreso il presidente del consiglio comunale Leonardo Impegno. «Il Pd non è a caccia di poltrone—dichiara Palladino, che in caso di apparentamento sarebbe stato ripescato — ma di una vittoria di de Magistris che possa fermare la corsa del centrodestra di Berlusconi e Cosentino». Il commissario Andrea Orlando ringrazia e accelera: «Bene. Anche questi sono segnali importanti del nostro sforzo organizzativo sulla base del patto elettorale che abbiamo stretto con de Magistris. Stiamo preparando una manifestazione di chiusura, un manifesto da affiggere in tutta la città e un volantinaggio per le nostre sezioni. Dopo il ballottaggio valuteremo il rapporto tra de Magistris, il Pd e la coalizione anche in un quadro di rapporti nazionali. Intanto ringrazio i consiglieri comunali intervenuti a sostegno perché nessuno nel Pd lavora in un’altra direzione». Nessuno rema contro, ma tra i candidati del Pd non rieletti e “tagliati” dal mancato apparentamento c’è anche tanta delusione. «Inutile nascondere—commenta Diego Venanzoni—che siamo amareggiati. Non c’è alcun dubbio che tutti vogliamo la vittoria del centrosinistra, ma ci aspettavamo qualche parola in più dai vertici del Pd. La scelta di sostenere de Magistris senza apparentamento ci è stata solo notificata, ma Orlando dovrebbe anche valutare che dal quinto al tredicesimo posto ci sono oltre ventimila voti che il Pd comunque disperderà. Attenzione. Oggi tocca a noi, domani toccherà ai parlamentari».

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