Fonte: Antonino Siniscalchi da il Mattino
Sorrento - La «manovra dell’inchino» potrebbe essere stata fatale nell’incidente della Costa Concordia, finita venerdì sera su uno scoglio davanti all’isola del Giglio con il suo carico di passeggeri. Il fulcro dell’inchiesta potrebbe ruotare attorno all’antica usanza dei comandanti delle navi di avvicinarsi alla costa, durante il loro passaggio, per una forma di omaggio alla località lambita che viene salutata a sirene spiegate. In Costiera è diventato un mito, tra gli anni Cinquanta e Settanta, ai tempi in cui il comandante Achille Lauro veniva salutato dalle navi della sua flotta durante il passaggio nelle acque della penisola sorrentina: Il mitico armatore, in vacanza nella sua tenuta del Villazzano, tra Sorrento e Massa Lubrense, s’affacciava alle terrazze di villa Angelina e sventolava un fazzoletto bianco. Tuttavia, la navigazione con la «manovra dell’inchino», oltre a possedere una bellezza suggestiva, è anche una condotta rischiosa (come testimonia l’incidente della Concordia) e spesso diventa motivo di polemiche per l’eco del saluto con le sirene della nave.
A Sorrento, qualche anno fa, l’Azienda di Soggiorno e Turismo chiese alla Msc di vietare il suono delle sirene alla nave Melody in transito lungo la costa perché disturbava i clienti degli alberghi ubicati sul litorale. La «manovra dell’inchino» è una prassi, una tradizione della gente di mare, forse perché riavvicina il navigante, voglioso di manifestare la sua vicinanza a familiari e conterranei. È quasi impossibile trovare in tutte le latitudini un comandante che, nella sua carriera, abbia resistito alla suggestione di rivolgere un saluto «ravvicinato» alla località preferita durante il passaggio con la sua nave. La «manovra dell’inchino» è un’usanza condivisa dai comandanti con gli equipaggi, un rito che fa parte della vita quotidiana degli uomini di mare delle generazioni di ieri e di oggi. Ma c’è il rovescio della medaglia: le navi, specie se di notevoli dimensioni, come quelle moderne da crociera, viaggiano nelle migliori condizioni di sicurezza tenendo la rotta lontana dalla costa. Più navigano in mare aperto e meno pericoli hanno da temere perché una «città galleggiante» diventa difficile da governare proprio quando naviga sotto costa. Lo stesso passaggio della Concordia vicino all’isola del Giglio, davanti al porto di Santo Stefano, sarebbe avvenuto altre volte anche quando a governarla non era Francesco Schettino. In una e-mail dell’agosto 2011, pubblicata dal sito Giglio News, la testimonianza di un altro comandante della nave, Massimo Callisto Garbarino, che risponde ai ringraziamenti del sindaco dell’Isola del Giglio, Sergio Ortelli. «É - scrive Garbarino - la seconda volta che effettuo il passaggio di fronte all’Isola del Giglio nel mese di agosto con la Concordia. Era stata un’esperienza meravigliosa tre anni addietro, ed è stato altrettanto emozionante quest’anno. Ieri sera, transitando di fronte al porto, ho potuto notare migliaia di flash delle macchine fotografiche, e si potevano anche vedere i numerosi turisti che hanno assistititi al passaggio». Ieri, invece, il sindaco Sergio Ortelli ha mentito ogni analogia tra il contenuto di quello scambio di e-mail e quanto avvenuto venerdì sera: «Non è assolutamente una prassi – ha spiegato Ortelli - e le mie parole erano rivolte al comandante della Concordia, Massimo Callisto Garbarino, in navigazione il 9 agosto scorso, che aveva fatto un regalo ai turisti, in piena sicurezza, e forse aveva anche voluto salutare un vecchio comandante della Costa". In sostanza nell'email del 9 agosto, il sindaco toscano, ringraziando il comandante, parla di uno «spettacolo unico nel suo genere, diventato un'irrinunciabile tradizione». Quindi l'evento sarebbe stato insolito non tanto per la Concordia, quanto per il comandante Garbarino.
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