Meta - «Il famoso “inchino” non è una manovra goliardica ed azzardata, come è stata definita, ma trattasi di una tradizione marinara sempre esistita e denominata in seguito “rotta turistica”. Tale usanza è ampiamente sostenuta dagli armatori ai fini crocieristici e nota alle autorità marittime». Da Meta di Sorrento, cittadina natale del comandante Francesco Schettino, intervengono così l’ex sindaco Carlo Sassi e Michele Miccio, presidente dell’associazione di mutuo soccorso tra capitani chiamata «Casina dei Capitani». Aggiungono Sassi e Miccio: «Riteniamo indispensabile ricordare la preparazione e la qualità degli ufficiali della Marina mercantile formatisi in Penisola Sorrentina, un territorio che vanta una tradizione plurisecolare in campo marittimo. Non c’è infatti Società di navigazione, in particolare nel settore crocieristico, che non conosca, apprezzi ed utilizzi l’alta professionalità dei nostri Ufficiali di Coperta e di Macchina, ed è per questo motivo che invitiamo ad evitare la diffusione di notizie fantasiose, talvolta tese a screditare l’intera categoria, in attesa dell’accertamento della verità che avverrà solo con la decodificazione del Vdr (scatola nera)». Ma il ministro Clini ribadisce categoricamente: «Siamo di fronte ad una situazione molto particolare, perché le norme per evitare consuetudini così pericolose ci sono. Non abbiamo infatti bisogno di premi Nobel per capire che navi di quelle dimensioni devono rimanere abbastanza distanti dalla costa». (Fonte: Il Roma)
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