giovedì 2 agosto 2012

Riceviamo e Pubblichiamo la lettera del Professor Vincenzo Esposito

Oggetto: Comitato di gestione dell’Istituto Scolastico SS. Trinità e Paradiso in Vico Equense.

Sig. Direttore,
tra qualche mese dovrebbe scadere l’incarico triennale dell’attuale Amministrazione dell’Istituto Scolastico di Vico Equense “SS. Trinità e Paradiso” Ente morale. Il M.I.U.R. dovrebbe provvedere alla nomina di un nuovo comitato o confermare quello in carica. E’ prassi che nel procedere il Ministero chieda all’Autorità scolastica locale di proporre dei nomi, su suggerimento dell’Amministrazione comunale, quale interprete della cittadinanza interessata per gli aspetti culturali, economici e turistici, al migliore andamento e sviluppo di questa secolare istituzione, decoro della Città. Trattandosi d’incarico pubblico di gestione di un’istituzione scolastica, per statuto gratuito e senza la previsione di rimborso spese, si teneva conto, nel passato, del curricolo personale della competenza e dell’autonomia finanziaria dei candidati, scelti tra i cittadini che non incorressero in conflitto d’interessi. Da qualche decennio i dirigenti provinciali scolastici, superando la consuetudine, hanno preferito segnalare quali candidati all’amministrazione dell’Ente elementi indicati dai partiti politici a prescindere da competenze meriti e residenza in loco. Tra le conseguenze, più volte segnalate da varie parti, sono appresso ricordate:
1. Alienazione di beni patrimoniali appartenenti allo Stato, rinunzia a rendite patrimoniali dai diversi cespiti, scomparsa degli arredi delle attrezzature e suppellettili contenuti in oltre cento ambienti.
2. Indebitamento per miliardi di lire.
3. Inosservanza delle norme concernenti le assunzioni di personale docente e non, per quanto riguarda la selezione, la retribuzione, l’assicurazione e contratti di lavoro. Ciò ha portato a un contenzioso non ancora del tutto esaurito.
4. Mancato versamento dei contributi a carico dell’Ente.
5. Mancata manutenzione dello storico edificio e della cappella settecentesca, con gravi danni alla struttura e con inagibilità di alcuni locali e della cappella.
6. Si è diffusa notizia, senza possibilità di verifica per mancanza di pubblicità, di alleggerimento dei controlli, di irreperibilità di atti contabili, di gestione non collegiale.
7. Cessazione dei compiti d’istituto da oltre un decennio.
Il Superiore Ministero, dopo un’inutile nomina di un commissario ad acta con pieni poteri per la liquidazione, ha nominato la stessa persona presidente di un nuovo Comitato di gestione con consiglieri non residenti e non facilmente reperibili e che sono in scadenza. Si costata che le deliberazioni del Comitato di Gestione non sono rese pubbliche e che le finalità e le funzioni dell’Ente sono disattese come sono state disattese ben due istanze al Ministero, sottoscritte da migliaia di cittadini che proponevano il passaggio della gestione del bene al Comune della Città, visto che esso ne assicura già la sopravvivenza con le locazioni di alcuni ambienti resi agibili e riattivati con denaro pubblico. Giacciono al Parlamento proposte di legge per la cessione al Comune del patrimonio immobiliare per farne un’istituzione culturale di prestigio. Credo che sia opportuno interessare la pubblica opinione allo scopo di ottenere finalmente una gestione adeguata alla salvaguardia di un patrimonio storico culturale e architettonico settecentesco che deve riacquistare la funzione che ha esercitato per tanti lustri per il bene della collettività. Ringrazio per l’attenzione e porgo rispettosi ossequi.

Vincenzo Esposito

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