Fonte: Mauro Avyno da slowsud.it
Vico Equense - La settimana scorsa i giovani di Slow Food sulle colline di Vico Equense con i ragazzi, i contadini e le massaie del posto hanno organizzato un Eat-IN, allo scopo di far conoscere la bella Montechiaro, piccola frazione di Vico Equense affacciata sul mare della penisola sorrentina e immersa tra gli ulivi caratteristici. Come il sit-in, un’antica forma di protesta pacifica ritornata in grande auge durante gli anni del ’68, aveva lo scopo di attirare l’attenzione su un tema, altrettanto l’eat-in importato da San Francisco dove fu attuato per la prima volta nel 2008, è stato pensato allo scopo di rimettere in discussione, in modi diversi e più piacevoli, i temi dell’alimentazione sana e consapevole ormai smarrita tra i meandri degli scaffali ricchi di prodotti confezionati e già pronti all’uso. L’hashtag scelto per promuovere l’evento su Internet: #eatinmontechiaro, insieme alle piccole clip video su youtube girate con i protagonisti di Montechiaro, hanno contribuito a promuovere l’iniziativa e convincere a rinunciare al mare per immergersi nel verde degli ulivi e degli orti tra i casali in pietra. Le decine di partecipanti attirati dall’originale programma della giornata, nonostante il caldo torrido e il traffico della zona, partecipando attivamente alla vita tipica della piccola comunità, hanno trascorso una giornata unica. Accolti di buon mattino dai ragazzi di Arte&Orto, animatori del mercatino e delle iniziative della piccola Montechiaro, con una colazione a base di biscotto di grano, miele e latte appena munto da Giuseppe, divisi in squadre hanno iniziato ad esplorare il piccolo borgo raccogliendo i prodotti necessari con i contadini del posto. Arcangelo Russo produttore locale di olio di oliva DOP Sorrentina e punto di riferimento della ‘comunità del cibo’ locale di Slow Food, ha accompagnato con il suo tre ruote gli ospiti negli angoli più alti e suggestivi di queste colline.
Giulio ci ha sorpreso raccontandoci all’ombra del suo limoneto tutti i passaggi, le difficoltà, i segreti dell’allevamento dei limoni sorrentini, insegnandoci a raccoglierli con tutto il rametto per conservarne la freschezza ed a riconoscerne i profumi caratteristici. Antonino e le sue zucchette gialle che non si vendono più perché dimenticate le gustose ricette, Bianca e i suoi pomodori sorrentini ben rossi e maturi che qui ci tengono a dire “di Montechiaro”, Monica ad insegnarci come si fanno le ‘trezze’ d’aglio delle colline e così via. Raccolto tutto il necessario le massaie pronte con i cappellini da cuoco hanno accolto gli improvvisati agricoltori nelle cucine tipiche, cucinando insieme le ricette tradizionali. Relazioni e amicizie nascono in cucina si sa e si consolidano ancora di più a tavola.
Nel panoramico giardino che Lino ci ha messo a disposizione, preparato per la festa, con il forno del pane ben caldo, le bandiere, la musica ed il vino, abbiamo avuto modo di godere della convivialità e raccontarci tutte le esperienze della mattinata. Maria con i canti popolari dei secoli scorsi ci ha coinvolto nelle danze contadine, Lino mastro del pane si è divertito con noi a impastare nella ‘madia’ e il sole di una magnifica giornata non ci ha fatto rimpiangere il mare che ci lambiva da lontano. In un clima così informale si muovono bene le idee e i ragazzi venuti dalle province limitrofe con esperienze professionali molto diverse si sono confrontati in un piccolo dibattito sul ritorno alla terra: si è parlato di comunità, di crowdfunding, di mode e di economie rurali se realmente autosostenibili, della cultura dell’aggregazione, ma anche di Terra Madre e volontariato, consorzi e marchi di tutela, certificazioni dal basso, di biodiversità, di grande distribuzione e di piccola scala, di innovazione sociale, di chi fa comunicazione per professione e si affaccia a questo mondo per proporre i suoi servizi, tutti temi che hanno bisogno di essere dibattuti e sviluppati. La nuova ruralità deve essere anche questa, una riconquista di un’alimentazione sana legata ai ricordi delle nostre tradizioni, ad un modo di produrre attento alle persone e all’ambiente circostante, che cammina con le sensibilità, gli strumenti e le competenze delle nuove generazioni.
Mauro Avyno
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