di Cecilia Coppola
Piano di Sorrento - Il Cristianesimo è stato portatore nel mondo di una visione della donna ben diversa da quella che la precedeva e come scrive la studiosa Silvia Scaranari fin dalle sue origini ha mutato profondamente la condizione femminile, ovunque sia arrivato a porre radici durature.
Numerose le donne che con il loro esempio di vita hanno segnato le pagine della storia della fede, come Elena, madre di Costantino, che convertì l’imperatore riuscendo a porre fine alle sanguinose persecuzioni dei Cristiani e modificò il volto dell’Impero Romano; come Herrat di Landsberg, badessa del monastero di Hohenburg in Alsazia, che stese una summa dei progressi tecnici del XII secolo, comprensiva anche informazioni di economia, letteratura, storia, filosofia, come Monica, madre di sant’Agostino che per quarant’anni non si stancò di tessere la conversione del figlio Agostino, grande filosofo e teologo, conosciuto come il dottore della grazia e anche il dottore della carità. E di quest’ultima il vescovo Alfano durante un’omelia a Piano di Sorrento nella storica Chiesa della Misericordia annessa al Monastero della Suore Agostiniane, ha intessuto le lodi definendola donna virtuosa e madre esemplare.
“ Monica - ha spiegato Monsignore Alfano nell’incontro con il Gruppo delle Vincenziane di Piano di Sorrento durante la serata di beneficenza aperta con la Sua benedizione- aderì al Signore con tutto lo slancio del suo cuore e nell’imitarlo rese possibile che Cristo vivesse in lei. Bisogna essere una grande famiglia unita, nelle parrocchie, nelle chiese per cercare sempre e solo la gloria di Dio.
Certo non saremo mai perfetti ma la santità che ci viene donata ci rende vicini a Dio, come ha fatto Monica chiedendo che il marito e i figli si aprissero al dono della Grazia con una supplica costante e mai abbandonata. La Chiesa è chiamata a camminare e crescere nella via e nel cammino del Vangelo e della Conversione e ci indica di vivere in modo nuovo, in una comunità capace di coniugare amore, servizio e soprattutto accoglienza. Mai come nel nostro tempo colmo di fratture e ingiustizie sociali l’esempio di Monica, donna della carità, si avvicina alle finalità del Gruppo delle Vincenziane il cui ispiratore e fondatore fu San Vincenzo, altro modello da imitare nel cammino della donazione”.
L’omelia del Vescovo Alfano è densa di significato e di elogio per il mondo femminile che nel corso dei secoli ha tracciato e inciso un suo solco nella quotidianità, collaborando ad un cammino di formazione e dando segni di speranza al futuro nel nome della carità operante verso il prossimo. Un cammino non facile, che richiede coraggio, soprattutto quando si coinvolgono le parti della Comunità che possono essere di aiuto per i più indigenti e deboli, dando alla povertà, alla disperazione un sostegno e anche, quando possibile, delle soluzioni alle vaste difficoltà che affrontano e nelle quali sono immerse, loro malgrado. Fratellanza è il termine più denso di significato che deve rimbalzare da bocca in bocca e creare un’eco continua e solare. Essere una famiglia, sentirsi una famiglia, vivere nella famiglia composta da tutti noi cittadini è un sentimento forte che, come un rosario, con i suoi grani e i suoi misteri, crea un’unica forza percettiva alla quale deve collaborare anche l’ Amministrazione, come ha sottolineato il sindaco Giovanni Ruggiero, plaudendo l’iniziativa e lo slancio assistenziale dimostrato.
Rosita D’Esposito Lauro, presidente delle Vincenziane, ha definito la serata di beneficenza: “ Un’agape fraterna, aperta dal nostro vescovo Alfano che ne ha fortemente sottolineato lo spirito di servizio e di donazione, nel richiamo anche di Santa Monica, evidenziando l’importanza della presenza fattiva di noi donne nell’attività formativa del sociale”.
Anna Chiavazzo, presidente Regionale e Rosellina Russo, presidente provinciale,del Gruppo Viincenziano, hanno ribadito che bisogna continuare il percorso di fede indicato da San Vincenzo con la gioia del cuore senza mai stancarsi o scoraggiarsi, e come afferma Papa Francesco” essere incitamento alla mansuetudine, all'umiltà di cui parla il Signore. accogliendo il proprio prossimo sostenendolo nel momento del bisogno” .
Voglio sottolineare che la carità è una fiamma che si fa sempre più viva quanto più si condivide, si trasmette, perché tutti possano conoscere, amare e professare Gesù Cristo che è il Signore della vita e della storia. Questa carità è stata generosamente esercitata da tantissime persone presenti alla serata e dalla disponibilità dell’Associazione Cuochi e del loro presidente Antonino Morvillo che, con l’innata professionalità, hanno permesso ai convitati di trascorrere a tavola una degustazione dei prodotti dei colli e del mare della nostra terra. A fare da palcoscenico alla serata la suggestiva tenuta di Babylandia magnanimamente ed affettuosamente offerta da Annalisa Pascariello che ha voluto seguire il solco iniziato dallo Zio Peppe.La somma raccolta fronteggerà le aumentate necessità delle famiglie in un momento estremamente difficile come evidenzia la aumentata richiesta di generi alimentari che la Caritas invia mensilmente ai Gruppi vincenziani della penisola.
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