lunedì 28 ottobre 2013

Insegnanti d’italiano per stranieri, petizione al Governo per essere riconosciuti e trovare lavoro

In 4000 aderiscono all’iniziativa di una giovane docente vicana 

di Claudia Esposito 

Vico Equense - Ottenere dallo Stato italiano e, in particolar modo dal ministero della Pubblica istruzione, il riconoscimento ufficiale della figura di insegnante di italiano per stranieri con istituzione di un’apposita classe di concorso per poter accedere al mondo del lavoro mettendo a frutto gli studi effettuati in Didattica dell’italiano come Lingua Seconda e Lingua Straniera. È questo l’obiettivo di una petizione varata da Chiara Sbragia, giovane docente di Vico Equense laureatasi all’Istituto universitario Orientale di Napoli che ha subito raccolto quasi 4 mila adesioni sia in Italia che all’estero grazie al passaparola in rete. La petizione, inoltrata non solo a Maria Chiara Carrozza, ministro della Pubblica istruzione, ma anche ad Emma Bonino, ministro degli Esteri, a Cecile Kyenge, ministro per l’Integrazione, oltre che ai presidenti di Camera e Senato e a diverse commissioni parlamentari, sottolinea le difficoltà di accesso al mondo del lavoro per quanti, pur dotati di lauree, master e certificazioni per insegnare italiano agli stranieri, non riescono a cogliere le giuste opportunità lavorative a causa di un vuoto normativo che rende questa professione quasi fantasma. Una contraddizione in una società e in una scuola che diventano sempre più multietniche, dove l’integrazione linguistica dovrebbe essere il primo passo verso l’integrazione sociale e verso l’ottenimento del permesso di soggiorno. La mancanza di una classificazione idonea per partecipare ai concorsi non è però l’unica difficoltà per questi giovani specializzati in didattica dell’italiano come lingua straniera.
 
L’accavallamento di competenze con i tradizionali docenti di Lettere e la presenza di professioni contigue quali mediatori culturali e facilitatori linguistici (la cui formazione e il cui reclutamento variano in base al territorio) sono tutti ostacoli per trovare un lavoro adeguato alle proprie capacità. Difficoltà a cui si sommano, sottolineano i firmatari della petizione, i posti di lettorato presso le università straniere assegnati dal ministero per gli Affari esteri tramite concorsi riservati a docenti di ruolo, la disomogeneità di reclutamento dei docenti negli Istituti italiani di cultura, i posti ancora una volta riservati a docenti di ruolo o ad associazioni di volontariato nei centri provinciali per l’istruzione degli adulti. «Insegnare italiano come lingua materna a studenti italiani non è lo stesso che insegnare l’italiano come lingua straniera a studenti stranieri – spiega Chiara Sbragia, promotrice della petizione - da oltre 10 anni ormai ci sono insegnanti formati da università italiane per questo scopo che non possono svolgere questa professione perché non ancora regolamentata, al contrario di quanto avviene nella Provincia autonoma di Bolzano dove è prevista la cattedra di Italiano come lingua seconda. Allora – si chiede la giovane docente - perché non si è pensato di estenderla al resto del territorio nazionale visto che l’immigrazione continua ad aumentare?».

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