domenica 6 ottobre 2013

Scuola e immigrazione, Fabbrocino: Sta a noi il compito della "Formazione dell' Uomo e del Cittadino"

Salvatore Buonocore e Bianca Fabbrocino 
di Bianca Fabbrocino 

Vico Equense - La mattina del naufragio dell'ennesimo barcone al largo di Lampedusa non ero a scuola. Stamattina ho visto i miei alunni, e non potevo non parlare con loro di quanto successo, della vergogna dell'accaduto e di quanto tutti ci dobbiamo indignare per episodi del genere. Un mio alunno, ad un certo punto, indignato, ha detto che non è giusto che l'Italia debba accogliere gli immigrati visto che non c'è lavoro per italiani, figuriamoci per loro..., che noi italiani abbiamo i nostri problemi e non ci possiamo fare carico dei loro..... ed ha continuato con motivazioni del genere. Da dire che l'alunno in questione, a me molto caro, non è né un bullo né uno stupido, semplicemente non conosce i fatti. Abbiamo quindi intavolato una discussione sull' importanza della solidarietà e soprattutto sulla responsabilità dei paesi occidentali riguardo alle condizioni di vita delle popolazioni africane, all'interesse degli Usa nel tenere vivi focolai di guerra tra i diversi paesi ed etnie africane, su come le multinazionali dei paesi ricchi, sia occidentali che orientali, sfruttano le risorse africane e comprano sempre più terreni per impiantare colture che serviranno non per sfamare le popolazioni locali, ma per creare nuovi tipi di carburanti, alternativi al petrolio utili a mantenere alto il benessere dell'occidente a scapito dei paesi "poveri". Credo che a scuola ai nostri ragazzi non vada insegnata solo la geografia ma la geopolitica. Invito tutti i colleghi, non solo quelli di Italiano e Storia, a parlare della questione dell'immigrazione, delle responsabilità sia dello Stato Italiano che della Comunità Europea. So che in classe c'è poco tempo, ma attraverso temi come questo si possono veicolare saperi necessari ai nostri alunni. Sta a noi il compito della "Formazione dell' Uomo e del Cittadino" come recitano i programmi ministeriali. Siamo responsabili della formazione in toto dei nostri alunni e quindi anche della loro coscienza civile che deve passare attraverso principi universali quali la solidarietà, per esprimere un concetto laico, quali l'amore verso il tuo simile, per esprimere un sentimento.
 
Nei prossimi giorni leggerò in classe dei brani tratti dal libro di Fabrizio Gatti "BILAL, VIAGGIARE, LAVORARE, MORIRE DA CLANDESTINO". Il libro che vi invito a leggere, è il resoconto del viaggio che l'autore ha fatto spacciandosi per clandestino, partendo da Dakar in Senegal per finire nel centro di prima accoglienza di Lampedusa, documentando il grande altruismo della popolazione siciliana e, di contro, l' assurdità delle leggi italiane, vedi la Bossi-Fini. Nel testo c'è la paura del viaggio nell'ignoto, c'è lo sconforto e la speranza..... c'è la cronaca dell'orrore umano di chi sfrutta la fame e la disperazione di chi non sa come fare a sopravvivere se non emigrare clandestinamente in Europa nella speranza di una vita migliore. Fabrizio Gatti, grazie a Valeria Esposito, Salvatore Guadagnuolo e Peppe Coppola, è stato qui a Vico Equense, e ha incontrato un gruppo di ragazzi che hanno letto il suo libro e ne hanno tratto spunto per interessanti riflessioni e discussioni. Dal testo è stato tratto un bel lavoro teatrale, ma più di tutto, il libro ha cambiato il modo di vedere le cose del mondo a diversi di loro. Alcuni dei ragazzi hanno fatto delle scelte universitarie che li porterà a studiare il sud del mondo, i suoi problemi geo-politici ed economici, le contraddizioni e responsabilità dell' Occidente. Penso a Chiara e Federica.

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