di Piero Bonito Oliva da retenews24.it
I prodotti gastronomici della Campania sono buoni o inquinati? E, soprattutto, il Nord Italia ha deciso di ghettizzare una terra nell’occhio del ciclone per il disastro ambientale nella Terra dei Fuochi o continua a sfruttare il marchio ‘Made in Campania’ a fini imprenditoriali? Interrogativi che sorgono quasi spontanei nell’osservare le campagne pubblicitarie che le aziende gastronomiche del settentrione mettono in campo per vendere i loro prodotti. Da un lato la Pomì evidenzia la provenienza dei pomodori, “tranquilli, sono prodotti solo in Pianura Padana”. Dall’altra, però, una nota azienda di dolciumi del Veneto, la veronese Bauli, utilizza il nome della famigerata Sorrento per elevare la qualità del suo prodotto, composto da limoni d’alta qualità. Nasce così, con largo anticipo sul periodo natalizio, il panettone Bauli Sorrento. Prelibatezza composta da agrumi da guinness dei primati. Quelli, appunto, prodotti in costiera. E mentre le manifestazioni nella Terra dei veleni proseguono incessanti tra uno scandalo e l’altro gli imprenditori del Nord sembrano lucrare sul dramma. Esaltando o denigrando. Bastone e carota si direbbe. Verrebbe da dire: occhio al terreno dove è coltivata la carota. Se la vendete, vuol dire che è buona.
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