Costi annui di 170mila euro, fumata nera per accollarsi le spese: assenti Piano e Vico al summit verità
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Sorrento - La penisola sorrentina rischia di perdere definitivamente il Giudice di pace. E’ rottura tra i sindaci della Terra delle Sirene sul patto salvezza che prevedeva una ripartizione delle spese - circa 170mila euro annui di cui l’80% destinato al personale - tra i Comuni così da blindare il presidio.
Ieri bisognava comunicare alla Corte d’Appello di Napoli - individuata dal ministero di grazia e giustizia come l’organismo che avrebbe dovuto recepire l’istanza da notificare al governo - la forma consorziata tra enti e lo schema di convenzione che di fatto avrebbero scongiurato il rischio di un trasloco dell’ufficio al Tribunale di Torre Annunziata. E invece, al summit chiave di ieri, c’è stata la fumata nera.
Assenti i Comuni di Vico Equense e Piano di Sorrento. Mentre l’amministrazione di Sant’Agnello era disposta a dare l’ok al programma a patto però che ci fosse prima una intesa collegiale di fatto sfumata in extremis. Eppure il Comune di Sorrento era intenzionato a farsi carico del 50% della quota parte che spettava a Vico Equense. La seconda metà dei costi, invece, doveva essere garantita dalle altre amministrazioni.
Gli enti della penisola sperano in una proroga dei termini pur di evitare la soppressione del Giudice di pace: oggi forse il ministero potrebbe concedere - attraverso una circolare - sei mesi di tempo per chiudere l’accordo definitivo. Manco a dirlo è polemica. Anche perché il Comune di Piano di Sorrento non ha mai approvato in consiglio la bozza dello schema di convenzione.
Gli avvocati sono pronti alla rivolta. Hanno annunciato per il prossimo 30 dicembre una assemblea pubblica mentre Gennaro Torrese, presidente del consiglio dell'ordine degli avvocati del Tribunale di Torre Annunziata, è duro: «Un grave danno per i cittadini - dice il legale -. Siamo elettori e da tali ne traiamo le conseguenze. Giudicheremo con il voto l'operato dei nostri amministratori. E pensare che in un momento del genere sarebbe stato opportuno dirottare le risorse economiche su un servizio essenziale quale il Giudice di pace invece di finanziare sagre e festicciole».
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