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Raffaele Lauro |
Anche la 68ª Edizione del Festival del Film Locarno, dal 5 al 15 agosto 2015, guidata dal presidente Marco Solari e sotto la direzione artistica di Carlo Chatrian, si conferma una delle più prestigiose mostre internazionali di cinema, non solo per la selezione delle maggiori novità dei maestri della cinematografia mondiale, ma anche per l’ospitalità offerta ad opere di giovani registi esordienti. Tra le opere selezionate, fuori concorso, nell’intenso calendario del festival (
www.pardolive.ch), compare, quest’anno, il film-denunzia del giovane regista pugliese Fabio Leli, “Vivere alla grande” (159’), prodotto dalla Human Tree (
www.vivereallagrandeilfilm.it), sulla tragedia sociale, in Italia, provocata dal gioco d’azzardo. Il film analizza e documenta, in maniera spietata, la piaga sociale del gioco d’azzardo, il disfacimento progressivo della società italiana (famiglie, anziani e nuove generazioni), le gravi responsabilità della classe politica, il potenziale criminogeno collegato al settore, le lobby affaristiche, le patologie del gioco, la pubblicità ingannevole, l’omertà dei media, le collusioni con la criminalità organizzata e la solitaria battaglia contro il gioco d’azzardo, combattuta da pochi coraggiosi, tra i quali,
Raffaele Lauro. Non è un caso, quindi, che, alla prima del film, del 13 agosto, a Locarno, sia stato invitato, dalla presidenza del festival, come ospite, proprio Raffaele Lauro, diventato, sia come commissario straordinario di governo antiracket e antiusura (2006-2008), sia, nella commissione antimafia, come senatore della Repubblica della XVI legislatura (2008-2013), uno dei protagonisti indiscussi della lotta contro il gioco d’azzardo. “Questo film è un documento sconvolgente ed insieme altamente educativo - ha dichiarato Lauro - che meriterebbe di essere proiettato in parlamento, nei cinema e nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. E trasmesso dalla Rai. Il festival svizzero rompe, coraggiosamente, il silenzio paramafioso, che, sulla piaga nazionale del gioco d’azzardo, domina la politica e i media italiani”.
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