lunedì 8 agosto 2016

Disastro di Marcinelle: giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo

Marcinelle sessant’anni dopo: tanto è stato fatto, ma i lavoratori hanno ancora bisogno di maggiori tutele 

Vico Equense - L'8 agosto 1956 nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, persero la vita 262 persone, in gran parte emigranti italiani. “Gli italiani emigravano all'estero per risollevarsi dopo anni di guerra – ha commentato il Sindaco di Vico Equense Andrea Buonocore -. Questi eventi legano il passato del nostro popolo al presente dei popoli oggi in guerra; ai migranti che oggi cercano nell'Europa un riscatto ed una rinascita. Dal 2001 questa tragedia è diventata il simbolo di tutti gli italiani che perdono la vita sul lavoro all'estero ed è dedicata al sacrificio del lavoro italiano nel mondo.” Il 9 agosto del 1956, il giorno dopo il disastro di Marcinelle, il “Corriere della Sera” titolava: “L’Italia può esportare dei lavoratori, ma non degli schiavi”. Un titolo che pone una riflessione sulla nostra attualità a distanza di 60 anni. Sono cambiate tante cose sui temi della tutela del lavoratore da allora grazie all'impegno della classe politica, dei sindacati e della chiesa, ma ciò che conta è la centralità della persona ed il suo lavoro che va difeso contro ogni forma di precarietà che mina la dignità dell’uomo. “Ricordare quell'otto agosto 1956 - dice Mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Migrantes - significa anche ricordare ancora oggi le vittime del lavoro, spesso lavoratori migranti, costretti talora ancora oggi a subire orari e trattamenti sul lavoro che non tutelano la dignità delle persone”.

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