giovedì 1 marzo 2018

«Quei messaggi non li leggo, offendono l’intelligenza»

Sorrento - «Certe affermazioni non meritano un commento. Per fortuna non ho la possibilità di leggerle per mancanza di tempo e perché tendo a evitare offese all’intelligenza»: don Carmine Giudici, parroco della Cattedrale, replica così alle polemiche sull’ospitalità offerta dalla Diocesi ai profughi africani. Qualcuno parla di sostituzione etnica, altri lamentano un trattamento di lusso per i migranti. «Un nucleo di 15 persone non può cancellare 16mila residenti. E poi i nostri ospiti non sono venuti a Sorrento in un minivan turistico ma a bordo di pulmini della parrocchia e della Caritas». La Chiesa locale sta riservando particolare attenzione ai migranti? «La Diocesi, le parrocchie e tante associazioni sorrentine sono in prima linea per aiutare chiunque ne abbia bisogno. Solo in questa settimana abbiamo pagato quattro affitti a residenti che non potevano permetterselo. Nel 2000 abbiamo aperto la mensa della Caritas che offre 60 pasti al giorno. Il centro di ascolto accoglie le richieste di chi necessiti di indumenti, denaro per pagare le rate di Equitalia o aiuto nel disbrigo di pratiche. Senza dimenticare l’attività di promozione sociale che dà lavoro a giovani sorrentini e lo spazio aggregativo destinato a 20 disabili del luogo. Tutto a spese nostre, ovviamente, proprio come per i migranti». Il rischio di una deriva violenta è reale? «La città non è razzista, ma risente della cultura della paura che certa politica, in Italia come in Europa, utilizza per accrescere il consenso. Non credo nemmeno al pericolo della violenza. Piuttosto c’è il rischio di una deriva irrispettosa all’insegna del pregiudizio e dell’ignoranza». Come intendete arginare questo fenomeno? «Facendo la nostra parte di cristiani, come comunità e non come singoli, ed evitando sterili contrapposizioni. Anzi, invitiamo gli scettici ad avvicinarsi alla nostra realtà in modo tale da conoscerla. Nel 2000, molti osteggiarono l’apertura della mensa della Caritas, salvo poi ricredersi e diventarne sostenitori. Adesso già abbiamo docenti disposti a insegnare l’italiano ai migranti, imprenditori pronti a offrire loro un lavoro e casalinghe desiderose di cucinare per i loro bambini: restando fedeli al Vangelo supereremo qualsiasi avversione». (Fonte: C.M.V. da Il Mattino) 

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