Il vescovo: è dovere civile
aiutare chi è in difficoltà
Il sindaco: frasi becere
Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino
Sorrento - C’è chi prevede che diventeranno
manodopera a basso costo
per gli imprenditori locali, sottraendo
lavoro ai disoccupati italiani, e chi nel
colore della loro pelle scorge addirittura
un «tentativo di sostituzione etnica».
Parole durissime, quelle con cui
molti sorrentini hanno accolto i 15 profughi
africani cui la Diocesi ha aperto
le porte dell’ex seminario. Un’escalation
di razzismo e rancore sociale alla
quale ieri ha replicato monsignor
Francesco Alfano: «Aiutare le persone
in difficoltà è un dovere della Chiesa e
della società civile», ha ammonito l’arcivescovo durante la cerimonia di benvenuto in
cattedrale.
I migranti eritrei e sud-sudanesi sono
giunti a Sorrento martedì sera,
emozionati ma stravolti dalle fatiche
del viaggio e da un freddo che non avevano
mai sperimentato. Ad attenderli
gli operatori della Caritas diocesana e
della parrocchia che li hanno subito
accompagnati nei locali fatti ristrutturare
appositamente dall’arcivescovo.
Ma quando le fotografie hanno cominciato
a fare il giro dei social network, a
cominciare da Facebook, molti internauti hanno dato libero sfogo alla
rabbia.
«I profughi arrivano in un minivan
di lusso, ben vestiti, sorridenti e
spavaldi, mentre i terremotati di Amatrice
vivono nei container, al freddo,
dimenticati dalla Chiesa e dallo Stato»,
scrive Domenico prima di lanciare una previsione:«Tra pochi anni Sorrento
diventerà una succursale di Castel
Volturno».
Non la pensa diversamente
Cinzia, secondo la quale «un
Paese che non riesce a tutelare i propri
lavoratori, imprenditori e studenti
non può permettersi di ospitare i migranti».Pronte le
risposte per i sorrentini
che invitano a mettere da parte la
paura tendendo una mano a chi fugge
da guerre e povertà: «Voglio vedere se
sarete ancora felici quando i profughi
diventeranno mille e voi non potrete
più uscire di casa», attacca Giovanni
mentre Antonino invita i «buonisti» a
tenersi gli africani in casa.
Insomma, è bastata una foto dei 15
ospiti della Diocesi per far sì che molti
ci ricascassero: l’anno scorso, quando
il Ministero dell’Interno stabilì che la
Costiera dovesse accogliere 240 disperati e l’assessore Massimo Coppola
lanciò un sondaggio su Facebook per
verificare l’opinione dei residenti, alcuni
internauti si abbandonarono a
considerazioni che spinsero qualche
osservatore a paragonare Sorrento a
Capalbio.
Che cosa ne pensa il sindaco Giuseppe
Cuomo? «Le becere polemiche
di queste ore non ci appartengono,
ma ci spingono a vigilare affinché la
permanenza in città di queste persone
sia all’insegna della serenità e dell’arricchimento
reciproco. Se avessero
avuto a disposizione strutture idonee,
anche i Comuni avrebbero dato ospitalità ai migranti».
Sulla questione èintervenuto
anche monsignor Alfano.
Durante la cerimonia di benvenuto in
parrocchia, l’arcivescovo ha ringraziato
i profughi: «Ci danno la possibilità
di aprirci a realtà complesse che impongono non solo un impegno solidale,
ma anche uno sforzo di conoscenza
per comprendere problemi gravi e
contribuire alla loro soluzione». Infine la
replica ai razzisti:«La Chiesa non
fa distinzioni ed è impegnata in tutte
le emergenze che chiamano in causa
la coscienza dei fedeli»
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